Quando il cielo si oscura e i primi tuoni scuotono l’aria, quanti di noi pensano ancora che si tratti solo di un innocuo temporale estivo?
Negli ultimi anni, la realtà ci sta mettendo di fronte a uno scenario ben più allarmante: i temporali non sono più quelli di una volta e i fulmini che li accompagnano stanno diventando sempre più potenti e pericolosi. Ma qual è il vero rischio, e cosa dobbiamo fare per proteggerci davvero?
Fulmini: il vero pericolo è l’energia
A lanciare l’allarme è Sante Laviola, climatologo e ricercatore del CNR-Isac, che ci invita a cambiare prospettiva: “Non è il numero di fulmini a essere aumentato in Italia, ma la loro energia. Ed è questo il dato che deve farci riflettere.” In altre parole, anche se la frequenza delle saette non mostra un’impennata rispetto al passato, la loro intensità sì.
Il risultato? Temporali che si trasformano in vere e proprie trappole mortali. Basti pensare alla tragedia avvenuta in Salento, dove un motociclista di 42 anni ha perso la vita, sbalzato via da un fulmine in piena strada, o al giovane di Ferrandina, rimasto ucciso nella sua auto dopo la caduta di un albero colpito dalla scarica elettrica. E questi, purtroppo, sono solo alcuni dei casi che stanno scuotendo l’Italia da nord a sud.

Cosa sta succedendo all’atmosfera?
Ma perché i fulmini sono più potenti? La risposta, ancora una volta, si chiama cambiamento climatico. Secondo Laviola, il Mediterraneo è diventato un vero e proprio hotspot climatico. L’accumulo di calore dovuto alle ondate di caldo e all’anticiclone africano genera nell’atmosfera una quantità di energia mai vista prima. Quando arriva il temporale, questa energia si scarica sotto forma di fulmini più violenti e persistenti, spesso accompagnati da grandine e vento impetuoso.
Sapevi che il 2018 resta l’anno record con ben 7 milioni di fulmini? Eppure, ciò che preoccupa gli esperti oggi non è battere un nuovo record, ma la forza distruttiva delle scariche che si stanno verificando sempre più spesso, soprattutto durante i mesi caldi.
Dove e quando il rischio è più alto?
Vi siete mai chiesti quale sia il momento peggiore per essere all’aperto durante l’estate? Proprio tra luglio e agosto, secondo i dati, i fulmini raggiungono il loro picco massimo di energia. Il rischio aumenta ovunque: dalle montagne, dove i fenomeni elettrici si scatenano soprattutto nel pomeriggio, fino al mare, dove l’acqua calda amplifica la carica elettrica nell’aria.
Attenzione anche alle escursioni: le cime e i sentieri ferrati sono particolarmente esposti, perché i cavi metallici possono diventare trappole letali.
Come possiamo proteggerci davvero?
La prima regola, spiega Laviola, è il buon senso. Davanti a un temporale non bisogna mai sottovalutare il pericolo: “Non rifugiatevi mai sotto alberi, ombrelloni o strutture isolate. Meglio cercare riparo all’interno di edifici chiusi, che funzionano da gabbia di Faraday, isolandoci dalle scariche elettriche.”
E se ci si trova in acqua? Uscire immediatamente! Il mare o i laghi diventano estremamente pericolosi in caso di fulmini. In montagna, invece, è fondamentale consultare i bollettini meteo e programmare le escursioni nelle prime ore della giornata, rientrando sempre per pranzo, quando il rischio aumenta sensibilmente.
Una nuova cultura del rischio
Forse è davvero arrivato il momento di cambiare mentalità. Con la crisi climatica che rende sempre più estremi i fenomeni atmosferici, serve una nuova cultura del rischio. Anche un’allerta gialla può trasformarsi in pochi minuti in un evento pericoloso. Non si tratta più solo di evitare i fulmini: dobbiamo imparare a riconoscere i segnali del tempo e ad agire con prudenza, sia in città che in natura.
Siamo pronti a convivere con un clima che non fa sconti a nessuno? La risposta è nelle nostre mani – e nel nostro buon senso. Perché oggi, più che mai, ignorare il pericolo può costare caro.






