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Home Scienze

Energia pulita, sicura e virtualmente illimitata: David Kirtley ha la soluzione

Nella nuova puntata del Lex Fridman Podcast, l'ospite David Kirtley, CEO di Helion Energy, ci spiega tutti i vantaggi della fusione nucleare rispetto alla fissione

by Marco Viscomi
18 Novembre 2025
David Kirtley, CEO di Helion Energy

David Kirtley, CEO di Helion Energy | Instagram - @scsp.ai

La nuova puntata del Lex Fridman Podcast con David Kirtley, CEO di Helion Energy, è incentrata sulla fusione nucleare come futura fonte di energia. Si illustra nel dettaglio la fusione nucleare, che combina atomi leggeri come l’idrogeno, la stessa reazione che alimenta il Sole, producendo energia pulita e quasi illimitata, contrapponendola alla fissione nucleare, che spacca atomi pesanti come l’uranio.

Kirtley spiega il metodo innovativo di Helion, chiamato fusione a campo magnetico inerziale, che utilizza potenti impulsi elettromagnetici per confinare e riscaldare il plasma a temperature estreme (centinaia di milioni di gradi) per estrarre direttamente l’elettricità, eliminando l’intermedio del vapore. Gran parte della conversazione verte sulle sfide ingegneristiche e fisiche del raggiungimento della fusione commerciale, sottolineando la sicurezza intrinseca dei generatori a fusione (che non possono subire meltdown), la sua capacità di mitigare le tensioni geopolitiche legate ai combustibili fossili, e l’approccio aziendale di Helion basato su una rapida iterazione dei prototipi.

David Kirtley e la fusione nucleare

La conversazione con David Kirtley, ingegnere nucleare e CEO di Helion Energy, offre uno spaccato lucidissimo sul presente e soprattutto sul futuro dell’energia da fusione. Le sue riflessioni permettono di comprendere come questa tecnologia, spesso confinata alla narrativa futuristica, sia in realtà già al centro di un percorso industriale definito. Ed è un percorso che punta a fornire energia pulita, sicura e virtualmente illimitata, aprendo una prospettiva di trasformazione radicale per il sistema energetico globale.

Lo staff di Helion Energy
Helion Energy | Instagram – @tradedvc

Distinzione tra fusione e fissione nucleare

Il primo nodo affrontato da Kirtley riguarda la distinzione fondamentale tra fusione e fissione nucleare. Due processi spesso confusi nel dibattito pubblico, ma opposti sul piano fisico e operativo. La fusione replica ciò che accade nel cuore delle stelle: nuclei leggeri, come isotopi dell’idrogeno, vengono compressi e uniti per formare elementi più pesanti, sprigionando energia grazie al difetto di massa che Einstein trasformò in equazione. Al contrario, la fissione si basa sulla scissione di nuclei pesanti e instabili – uranio, plutonio – che liberano calore e altri neutroni, alimentando una reazione a catena che deve essere costantemente gestita e controllata. Questa differenza si traduce in profili di sicurezza, gestione dei rifiuti e rischi di proliferazione completamente diversi.

Kirtley insiste su un punto chiave: la sicurezza intrinseca della fusione. A differenza della fissione, che richiede sistemi continui di regolazione e raffreddamento, la fusione è “difficile” per natura. Avviene solo in condizioni estreme di temperatura e pressione e, se qualcosa va storto, la reazione si spegne da sé nell’istante in cui tali condizioni vengono meno. Non esiste alcuna possibilità di meltdown. L’impianto contiene, in ogni momento, circa un secondo di combustibile: anche nello scenario più catastrofico – un meteorite che vaporizza l’intero edificio – il rischio per la popolazione sarebbe nullo. Un contrasto netto rispetto agli anni di combustibile presenti nel nucleo di un reattore a fissione o rispetto alle enormi scorte di materiali fossili nelle centrali convenzionali.

La fusione nucleare è anche sostenibile

Alla sicurezza si affianca la sostenibilità: il deuterio, il combustibile preferito da Helion, è presente nell’acqua di mare e disponibile in quantità tali da coprire i bisogni umani per decine o centinaia di milioni di anni. E la reazione non produce scorie radioattive a lunga vita. I materiali dell’impianto, esposti al flusso di neutroni, possono attivarsi, ma il problema è considerato gestibile e soggetto a regolamentazioni simili a quelle applicate agli acceleratori di particelle, non ai reattori a fissione.

La tecnologia di Helion: la fusione magneto-inerziale

Sul fronte tecnologico, Helion adotta un approccio di fusione magneto-inerziale basato sulla cosiddetta Configurazione a Campo Invertito (FRC). Una tipologia di plasma auto-organizzato in cui il campo magnetico, invertito in tempi rapidissimi, induce la formazione spontanea di un “ciambellone” di plasma dotato di correnti interne e in grado di confinarsi da sé. Il punto di forza degli FRC è il loro altissimo “beta”, il rapporto tra la pressione del plasma e quella del campo magnetico esterno. Questa caratteristica permette di sfruttare una peculiarità decisiva: la possibilità di generare elettricità direttamente tramite induzione, senza passare dal ciclo del vapore. In pratica, il plasma viene compresso come un pistone magnetico; quando si espande, restituisce energia direttamente alle bobine. L’efficienza teorica supera l’80%, un valore radicalmente diverso dal 30-35% dei cicli termici tradizionali.

Helion, per ottenere questa stabilità del plasma, lavora su parametri critici come il rapporto tra energia cinetica e allungamento geometrico dell’FRC, un po’ come si fa con una trottola: se gira abbastanza veloce, rimane stabile. Raggiungere e mantenere queste condizioni richiede riscaldamenti estremamente rapidi e un controllo fine dell’architettura.

La scelta del combustibile va nella stessa direzione. Mentre molti progetti di fusione utilizzano la reazione deuterio-trizio, Helion punta alla reazione deuterio-elio-3, che produce solo particelle cariche e non neutroni ad alta energia. Questo consente di massimizzare il recupero diretto dell’elettricità, anche se impone temperature ben più elevate e apparati più grandi.

 

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La filosofia builder-first di David Kirtley

Sul piano industriale, la filosofia “builder-first” dell’azienda si traduce in prototipazione rapida e iterativa. Sette sistemi realizzati finora – sempre più complessi – hanno permesso di raggiungere temperature di 100 milioni di gradi e di validare progressivamente l’approccio. L’integrazione verticale, l’uso di materiali comuni e una mentalità ingegneristica “scrappy”, che non esita a reperire componenti anche sul mercato dell’usato quando necessario, hanno consentito di aggirare i tempi lunghi tipici dei mega-progetti scientifici.

Questo percorso ha portato Helion a firmare un accordo storico: fornire elettricità da fusione a un data center di Microsoft entro il 2028. La scelta del sito, le interconnessioni alla rete e gli aspetti normativi sono già in corso da anni, segno di una fiducia concreta nei progressi raggiunti.

Le implicazioni, se questa tabella di marcia si confermerà, sarebbero profonde. La fusione potrebbe alimentare il crescente fabbisogno energetico dei data center dedicati all’intelligenza artificiale, con impianti compatti, ad alta densità energetica e installabili vicino ai luoghi di consumo. Ma potrebbe anche sostenere applicazioni come la propulsione spaziale o l’agricoltura verticale, contribuendo a ridisegnare la relazione dell’umanità con l’energia e, forse, avvicinando la civiltà al livello di maturità descritto nella scala di Kardashev.

Tags: David KirtleyFusione nucleareHelion EnergyLex Fridman Podcast

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