(Boca Chica, 24 novembre 2025) – Un nuovo intoppo nel cammino verso l’esplorazione spaziale: il primo test del booster destinato alla terza generazione del razzo Starship di SpaceX, progettato per missioni lunari e marziane, si è concluso con un’esplosione che ha danneggiato il veicolo. L’incidente è avvenuto nella struttura di Massey, Texas, durante una prova di tenuta dell’impianto gas, come confermato dalla stessa azienda guidata da Elon Musk.
Il test e le conseguenze per Starship
A differenza della più grave esplosione di giugno scorso, questa volta non c’era propellente a bordo né i motori Raptor erano stati installati. Tuttavia, il danno al booster 18, primo realizzato per la terza versione di Starship, rappresenta un rallentamento nello sviluppo del programma, che si inserisce in un contesto di sfide anche per il programma Artemis della NASA, che punta al ritorno degli astronauti sulla Luna.
Il booster 18 include importanti aggiornamenti rispetto ai modelli precedenti, come l’uso di tre invece di quattro alette per il rientro e motori potenziati. SpaceX, nonostante l’incidente, mantiene ottimistiche le tempistiche: il lancio della nuova versione di Starship è previsto nei primi mesi del 2026 e il dodicesimo test di volo è confermato per il primo trimestre del prossimo anno. Tuttavia, osservatori esterni avevano già giudicato le scadenze molto ambiziose.
Il contesto competitivo e le innovazioni di SpaceX
Il fallimento del test si colloca in un momento cruciale per SpaceX, che solo recentemente ha effettuato il settimo lancio di Starship dalla Starbase di Boca Chica, Texas. In quella occasione, il booster Super Heavy ha funzionato correttamente, atterrando con successo grazie ai bracci robotici della torre di recupero Mechazilla, mentre la navicella Starship è esplosa in volo dopo circa 8 minuti a causa di un incendio provocato da una perdita di carburante, come spiegato da Elon Musk.
Questa versione di Starship, denominata V2, presenta numerose migliorie rispetto ai precedenti modelli: scudo termico in mattonelle anti-termiche di ultima generazione, aumento del 25% della capacità di propellente, nuovi sistemi di alimentazione per i motori Raptor, computer di bordo potenziato e antenne integrate per la comunicazione con la costellazione di satelliti Starlink, attualmente composta da oltre 6.800 mini satelliti in orbita.
La strategia di SpaceX si basa su un rapido ciclo di sviluppo e test, accettando il rischio di incidenti come parte del processo di innovazione. Nel frattempo, la concorrenza non si ferma: poche ore prima dell’incidente, la compagnia Blue Origin, fondata da Jeff Bezos, ha effettuato con successo il primo lancio del razzo New Glenn, un vettore alto 98 metri destinato a competere direttamente con i lanciatori di SpaceX per il trasporto di turisti e satelliti in orbita.
Il percorso verso la colonizzazione dello spazio continua quindi a essere segnato da alti e bassi, con SpaceX pronta a riprendere le prove e a proseguire il suo ambizioso progetto di rivoluzionare l’accesso allo spazio.

