Roma, 24 luglio 2025 – Sono 32 i casi confermati di infezione da Virus del Nilo occidentale (West Nile Virus, WNV) in Italia dall’inizio dell’anno, con dati aggiornati al 23 luglio. Il dato emerge dall’ultimo bollettino settimanale diffuso dal sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che evidenzia un andamento dell’epidemia in linea con gli anni precedenti, ma con una distribuzione geografica differente rispetto al passato.
Distribuzione e tipologie di casi di West Nile Virus in Italia
La maggior parte dei casi, 21 su 32, si concentra nella provincia di Latina, nella Regione Lazio. Tra i casi registrati, 23 hanno manifestato la forma neuro-invasiva di West Nile Virus, con casi segnalati in Piemonte (2), Veneto (2), Emilia-Romagna (1), Lazio (15) e Campania (3). Sono stati inoltre rilevati 6 casi di febbre (2 in Veneto e 4 nel Lazio) e un caso asintomatico individuato in un donatore di sangue in Veneto. Tra i pazienti confermati, si contano 2 decessi, uno in Piemonte e uno nel Lazio.
Il virus West Nile, appartenente alla famiglia Flaviviridae e al genere Flavivirus, è noto per la sua trasmissione tramite zanzare del genere Culex, che pungono gli uccelli — serbatoio naturale del virus — e successivamente gli esseri umani e altri mammiferi. Il periodo di incubazione della malattia varia da 2 a 15 giorni e l’80% delle infezioni è asintomatico. Tuttavia, in soggetti fragili, come anziani o immunodepressi, il rischio di complicanze gravi, quali meningite o encefalite, è elevato.
Sorveglianza e misure di prevenzione in Italia
Come sottolineato da Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive dell’ISS, il virus è ormai endemico in Italia da diversi anni. Il sistema di sorveglianza, coordinato tra Ministero della Salute, ISS e Regioni, si è dimostrato efficace, con misure specifiche per la sicurezza di trapianti e trasfusioni. Il consiglio principale per la popolazione è di adottare precauzioni per evitare il contatto con le zanzare vettore del virus, soprattutto in estate, quando la trasmissione è più attiva.
I medici sono invitati a considerare il sospetto di infezione da West Nile Virus in presenza di febbre superiore a 38°C, soprattutto se accompagnata da eruzione cutanea e altri sintomi neurologici, e a procedere con accertamenti di laboratorio per una diagnosi tempestiva. L’attenzione resta alta, anche alla luce degli studi epidemiologici recenti che mostrano una progressiva diffusione del ceppo di lineage 2 del virus West Nile in Italia, con un aumento delle aree a rischio rilevato da modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale.
L’ISS continua a monitorare attentamente la situazione, rafforzando la sorveglianza sia nell’uomo che negli animali e mantenendo attive le misure di controllo per limitare la diffusione del virus e tutelare la salute pubblica.
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