Roma, 31 luglio 2025 – La Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg), in collaborazione con la Società Scientifica dei Medici di Medicina Generale (Metis), ha divulgato una nuova infografica dedicata alla febbre West Nile, con l’obiettivo di migliorare la conoscenza dei medici di base su questa patologia e potenziare la capacità di risposta e prevenzione nei confronti dei pazienti.
Un supporto concreto per i medici di medicina generale
L’infografica, già distribuita sulle piattaforme di formazione Metis a migliaia di medici sul territorio nazionale, è stata elaborata utilizzando le informazioni ufficiali del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Il materiale sintetizza in modo chiaro e immediato il quadro sintomatologico della malattia, le modalità di trasmissione, la diagnosi e le misure preventive raccomandate per contenere la diffusione del virus.
Tommasa Maio, vicepresidente di Metis e responsabile nazionale Area Vaccini Fimmg, sottolinea che la febbre West Nile “è spesso asintomatica, ma può causare gravi conseguenze soprattutto nelle persone anziane e nei pazienti fragili”. Per questo motivo “è fondamentale che i medici di medicina generale siano supportati e adeguatamente informati per poter intervenire rapidamente e rassicurare i pazienti”. L’infografica rappresenta uno strumento efficace e facilmente consultabile che rafforza il ruolo dei medici di base come primo presidio di salute pubblica.
Caratteristiche e prevenzione della febbre West Nile
La febbre West Nile è causata dal virus del Nilo Occidentale, appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, trasmesso principalmente dalla puntura della zanzara del genere Culex. La maggior parte delle infezioni è asintomatica, ma in circa il 20% dei casi si manifestano sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea e rash cutaneo. Nei soggetti anziani o con sistema immunitario compromesso, la malattia può evolvere in forme gravi, tra cui encefalite e meningite.
La diagnosi si basa su test di laboratorio, come Elisa (Enzyme ImmunoAssay) o Immunofluorescenza per la ricerca di anticorpi IgM, e può richiedere ripetizioni per confermare l’infezione. Attualmente non esiste un vaccino specifico, pertanto la prevenzione si concentra su misure di protezione individuale e ambientale: uso di repellenti, abbigliamento protettivo, zanzariere e controllo delle acque stagnanti dove le zanzare depongono le uova.
L’attività di sorveglianza epidemiologica, coordinata dall’ISS e dal Ministero della Salute, monitora i casi umani sia importati che autoctoni, garantendo anche la sicurezza di sangue, organi, tessuti e cellule.
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