Nel Lazio, continua a destare preoccupazione la diffusione del virus West Nile, un patogeno trasmesso principalmente dalle zanzare del genere Culex, che ha recentemente provocato un caso fatale a Latina. La morte di una donna nella provincia pontina riporta all’attenzione pubblica la necessità di comprendere meglio questo virus, i suoi sintomi, i rischi associati e le precauzioni da adottare per prevenirne la diffusione.
Ultimi casi nel Lazio e la morte a Latina
Negli ultimi mesi, il territorio laziale ha registrato un aumento significativo dei casi di infezione da virus West Nile. Tra questi, spicca il tragico evento a Latina dove una donna è deceduta in seguito a complicanze legate all’infezione. La vicenda ha riacceso l’attenzione anche sulle malattie virali trasmesse da vettori come le zanzare. Il virus West Nile, infatti, è presente e attivo in diverse zone del Lazio, come confermato dai dati epidemiologici del Ministero della Salute e del sistema di sorveglianza nazionale.
L’epidemia di West Nile nel Lazio si inserisce in un contesto più ampio di diffusione del virus in Italia, dove si registrano casi soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro, con un picco durante i mesi estivi e autunnali. Nel 2022, sono stati oltre 300 i casi confermati in Italia con 15 decessi, segnale che la malattia resta una minaccia reale per la salute pubblica.
Cosa provoca il virus West Nile
Il virus West Nile è un arbovirus appartenente alla famiglia Flaviviridae, che si trasmette principalmente attraverso la puntura di zanzare infette. Il ciclo naturale del virus coinvolge gli uccelli, che rappresentano il serbatoio principale, e le zanzare che fungono da vettori, trasmettendo il virus all’uomo e ad altri mammiferi, come i cavalli.
L’infezione nell’uomo può manifestarsi in forma asintomatica o con sintomi lievi simili a quelli influenzali, come febbre, mal di testa, nausea e dolori muscolari. Tuttavia, in una minoranza di casi, soprattutto tra anziani e soggetti immunodepressi, il virus può causare gravi complicanze neurologiche quali meningite, encefalite o meningoencefalite, condizioni che possono portare a esiti letali o a danni neurologici permanenti.
Sintomi, rischi e precauzioni per il virus West Nile
Il periodo di incubazione dall’infezione alla comparsa dei sintomi varia generalmente tra 2 e 14 giorni. La maggior parte delle persone infette resta asintomatica, ma circa il 20% sviluppa una sintomatologia lieve che include febbre, cefalea, nausea e dolori articolari. La sintomatologia grave, che interessa meno dell’1% degli infetti, si manifesta con febbre alta, debolezza muscolare, confusione mentale, tremori, convulsioni e nei casi più gravi coma.
Per prevenire l’infezione, le autorità sanitarie raccomandano alcune misure precauzionali fondamentali: utilizzare repellenti per insetti e indossare indumenti a maniche lunghe e pantaloni lunghi soprattutto nelle ore serali e all’alba, quando le zanzare sono più attive; installare zanzariere alle finestre e mantenere chiusi gli ambienti nelle ore di maggiore presenza degli insetti; eliminare o svuotare regolarmente contenitori con acqua stagnante, come vasi, secchi e ciotole per animali, dove le zanzare possono riprodursi; tenere le piscine e le aree esterne pulite e in ordine per ridurre i punti di ristagno.
Non esiste attualmente un vaccino disponibile per la protezione umana contro il virus West Nile, anche se la ricerca scientifica continua a sviluppare possibili soluzioni. La terapia, nei casi più gravi, consiste nel trattamento di supporto ospedaliero, comprendente la gestione dei sintomi neurologici e il supporto delle funzioni vitali.
C’è da preoccuparsi?
Sebbene la maggior parte delle infezioni da virus West Nile sia lieve o asintomatica, la presenza di casi con complicanze gravi e decessi in Italia e nel Lazio richiede un’attenzione costante. Le autorità sanitarie hanno attivato sistemi di sorveglianza e monitoraggio sia sugli esseri umani sia sugli animali, in particolare cavalli e uccelli, per individuare tempestivamente i focolai e intervenire. Per fortuna il virus è trasmesso dalle zanzare e non si diffonde da persona a persona.
Il rischio maggiore si corre nelle zone umide o vicine a corsi d’acqua, dove le zanzare proliferano in modo più intenso. La prevenzione personale e ambientale rimane la strategia più efficace per limitare la trasmissione del virus. Nonostante la diffusione del West Nile virus rappresenti una sfida per la salute pubblica, il rispetto delle norme igieniche e l’adozione di misure protettive riducono significativamente il rischio di contagio.






