Roma, 4 luglio 2025 – L’ultimo rapporto del Censis, intitolato “I nuovi tratti della cultura della vaccinazione in Italia”, evidenzia una crescente propensione degli italiani verso la prevenzione sanitaria, in particolare attraverso la vaccinazione. Nonostante ciò, permane una certa confusione nell’opinione pubblica riguardo ai rischi associati alle malattie prevenibili con i vaccini.
Cresce la fiducia nei vaccini
L’indagine, condotta su un campione di 1.462 italiani dai 18 anni in su e sponsorizzata da Pfizer, mostra che il 36,9% della popolazione italiana si dichiara vaccinata, con un aumento significativo rispetto al 16,9% rilevato nel 2014. Questo incremento è attribuibile principalmente all’esperienza collettiva maturata durante la campagna vaccinale contro la COVID-19, che ha visto un’adesione di massa senza precedenti. Parallelamente, è cresciuta anche la fiducia verso i vaccini, con il 43% degli intervistati che esprime piena fiducia, quasi raddoppiata rispetto a otto anni fa.
Un dato particolarmente rilevante riguarda la fiducia nelle vaccinazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che è passata dal 30,7% al 50,6% tra i genitori. La quasi totalità dei genitori (97%) ha vaccinato i propri figli, mentre la vaccinazione in gravidanza rimane più contenuta, con solo il 36,7% di donne che l’ha effettuata, quota che aumenta tra le donne con figli piccoli (0-5 anni).
Informazioni contrastanti e stanchezza post-pandemica
Nonostante il riconoscimento quasi unanime del ruolo cruciale dei vaccini nel debellare malattie come la poliomielite (95,3%) e nel proteggere la collettività (84,4%), molti italiani lamentano un eccesso di informazioni che generano confusione e dubbi sull’efficacia e la sicurezza delle vaccinazioni. Inoltre, si evidenzia una sorta di “stanchezza” nei confronti delle misure sanitarie adottate durante la pandemia da COVID-19, che coinvolge anche il tema delle vaccinazioni.
In particolare, la popolazione italiana predilige ancora gli screening e i controlli preventivi in assenza di sintomi (59,9%) e il mantenimento di uno stile di vita sano (51,1%) come strategie di prevenzione. Questa tendenza riflette una consapevolezza crescente, ma anche la necessità di migliorare la comunicazione scientifica per chiarire i rischi reali e i benefici delle vaccinazioni, soprattutto in un contesto post-pandemico dove la percezione del rischio è meno definita.
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