Roma, 5 Giugno – Un ampio studio genetico internazionale rivela che alcune persone hanno una predisposizione genetica a sviluppare il long Covid. Analizzando dati di 6.450 pazienti e oltre un milione di controlli, è stato identificato un locus genetico associato a un rischio aumentato del 60%. Questo potrebbe migliorare l’identificazione delle persone a rischio e la pratica clinica nella cura della sindrome post-Covid
Recenti ricerche hanno messo in luce la predisposizione genetica di alcune persone a sviluppare il long Covid, una condizione che comporta sintomi persistenti dopo l’infezione da SARS-CoV-2. Uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature Genetics ha identificato varianti genetiche specifiche che aumentano il rischio di sviluppare questa sindrome del 60%. La ricerca ha coinvolto 24 centri di ricerca e ospedali in 16 paesi, evidenziando l’importanza della genetica nella risposta individuale al virus.
Impatti del long Covid
Il long Covid colpisce circa il 10-20% delle persone infette da Covid-19, manifestandosi con sintomi come stanchezza cronica, dolori muscolari, difficoltà respiratorie e “nebbia mentale”. Prima di questo studio, le cause di questa condizione erano in gran parte sconosciute. I ricercatori hanno analizzato i dati genetici di 6.450 pazienti con long Covid, confrontandoli con oltre un milione di individui senza sintomi a lungo termine.
Scoperte significative
La scoperta di un locus genetico sul cromosoma 6, vicino al gene FoxP4, noto per il suo ruolo nelle infezioni respiratorie e nella risposta immunitaria, rappresenta un passo importante nella comprensione delle basi biologiche del long Covid. Questi risultati sono stati validati su un ulteriore campione di 9.500 pazienti e oltre 700.000 controlli.
Prospettive future
Gli autori dello studio hanno sottolineato che la genetica individuale può influenzare la suscettibilità al long Covid. Questo porta a considerare possibili applicazioni pratiche nella medicina personalizzata, consentendo di identificare le persone a rischio e ottimizzare le strategie di trattamento. Con l’aumento dei casi di Covid-19 e la persistente incidenza di long Covid, l’importanza di una ricerca approfondita e continua in questo campo diventa cruciale.
Inoltre, l’indagine si inserisce in un contesto più ampio di studi sul long Covid, spingendo la comunità scientifica a esplorare anche le implicazioni per i bambini. Nuove evidenze preliminari suggeriscono che anche i più giovani possano sviluppare sintomi post-infezione, un aspetto che richiede attenzione e ulteriori indagini.






