Würzburg, 08 ottobr 2025 – Un team di ricerca guidato dal professor Lorenz Meinel dell’Università di Würzburg ha sviluppato la tecnologia alla base di un nuovo autotest per l’influenza, pubblicato di recente su ACS Central Science. Il team ha messo a punto un sensore molecolare che riesce a scovare il virus dell’influenza direttamente nella saliva. E il bello è che la diagnosi si fa semplicemente masticando una gomma da masticare. Il test, ancora in fase di sperimentazione, promette di dare il responso in meno di mezz’ora, grazie a un sapore particolare – quello del timo – che si sente in bocca se c’è il virus.
Il test che “scatta” con il virus
Il meccanismo alla base del sistema è legato a un enzima chiamato neuraminidasi, quello che il virus usa per attaccare le nostre cellule. I ricercatori hanno agganciato a questo enzima una molecola di timolo, che è proprio la sostanza che dà al timo quel gusto amarognolo. Se il virus è nella saliva, l’enzima lo riconosce e libera il timolo, che subito viene percepito dalla lingua. “L’idea è rendere la diagnosi semplice e alla portata di tutti, senza bisogno di tamponi o laboratori,” spiega il professor Martin Müller, che guida il progetto.
Per evitare errori, il sensore è stato modificato in modo da non reagire con altri enzimi che normalmente vivono in bocca. I primi test in laboratorio hanno confermato che il dispositivo rilascia timolo solo quando c’è davvero il virus influenzale, senza causare danni alle cellule umane o animali. Inoltre, il sensore ha superato prove di resistenza a caldo e umidità, mantenendo la sua efficacia per settimane.

Chewing gum e non solo: le applicazioni in arrivo
Il team tedesco sta già lavorando con una startup biotech per inserire il sensore non solo nelle gomme da masticare, ma anche in pastiglie e lecca-lecca. L’idea è di avere uno strumento rapido e indolore da usare in scuole, ospedali, aeroporti e case di riposo. “Pensiamo a un futuro in cui basterà una gomma per capire se si è contagiosi, anche prima di sentire i primi sintomi,” racconta una delle ricercatrici, mentre sistema le scatole con i prototipi nel laboratorio.
In prospettiva, il sistema potrebbe essere adattato anche per altri virus respiratori, come il SARS-CoV-2. Si sta valutando l’uso di altri aromi, per esempio il denatonio benzoato, un composto molto amaro, per migliorare la precisione del test, soprattutto quando l’infezione riduce temporaneamente il senso del gusto.
Cosa succederà adesso e perché è importante
Nei prossimi mesi si passerà ai test clinici sull’uomo e allo sviluppo di un’app che raccolga i risultati in forma anonima, così da monitorare la diffusione dei virus in tempo reale. “Se tutto va come speriamo, potrebbe cambiare il modo in cui affrontiamo le epidemie stagionali,” ammette Müller.
Nel laboratorio di Würzburg si respira un’atmosfera di attesa. Una studentessa fuori sede, che ha provato uno dei prototipi, ha commentato ridendo: “Non è proprio una gomma alla menta, ma se serve a evitare l’influenza, ci sto.” Sul tavolo restano alcune confezioni colorate, accanto a tazze di caffè e appunti sparsi: piccoli dettagli di una ricerca che potrebbe entrare presto nella vita di milioni di persone.






