Una delle risposte immunitarie più rapide e potenti del corpo umano, quella di tipo allergico, potrebbe diventare una nuova arma contro i tumori. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Cell da un team di scienziati cinesi, che ha trasformato un meccanismo spesso considerato fastidioso o pericoloso in una promettente strategia terapeutica oncologica. La ricerca è stata condotta da studiosi dell’Università di Zhejiang e del Primo Ospedale della China Medical University, aprendo nuove prospettive per l’immunoterapia di precisione.
Sfruttare le allergie per combattere i tumori: lo studio in Cina
Al centro dello studio ci sono i mastociti, cellule del sistema immunitario note per il loro coinvolgimento nelle reazioni allergiche, come orticaria, prurito e starnuti. Queste cellule sono ricche di granuli contenenti molecole infiammatorie e sono in grado di reagire in pochi secondi quando vengono attivate.

Secondo Gu Zhen, professore presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Zhejiang e co-autore dello studio, proprio questa risposta “iperattiva” ha ispirato il team a valutare se una reazione simile a un’allergia, indotta all’interno dei tumori, potesse superare l’immunosoppressione tipica dell’ambiente tumorale.
Mastociti riprogrammati per riconoscere i tumori
Invece di rispondere agli allergeni, i mastociti sono stati riprogrammati utilizzando anticorpi IgE progettati per riconoscere specifiche proteine presenti sulle cellule tumorali. Una volta iniettati nel flusso sanguigno, questi mastociti “personalizzati” si dirigono verso il tumore.
Quando incontrano il loro bersaglio, scatenano improvvise esplosioni di infiammazione localizzata, creando una reazione simile a un’allergia direttamente all’interno del tessuto tumorale.
Da tumori “freddi” a tumori “caldi”
Questa infiammazione mirata ha un effetto cruciale: riattiva il sistema immunitario. I tumori “freddi”, che normalmente sfuggono al riconoscimento delle difese immunitarie, vengono trasformati in tumori “caldi”, più visibili e vulnerabili all’attacco delle cellule immunitarie, in particolare delle cellule T.
Secondo i ricercatori, questo meccanismo potrebbe migliorare significativamente l’efficacia delle terapie immunologiche esistenti.
Mastociti come vettori di virus contro i tumori
Lo studio rivela anche un’altra scoperta chiave: i mastociti possono fungere da “vettori viventi” per i virus oncolitici, virus capaci di infettare e distruggere selettivamente le cellule tumorali.
Nascondendo questi virus all’interno delle vescicole dei mastociti, i ricercatori sono riusciti a proteggerli dalla distruzione nel flusso sanguigno. Una volta raggiunto il tumore e attivatisi, i mastociti rilasciano i virus direttamente nel sito bersaglio.
Risultati promettenti nei modelli animali e umani
Nei test condotti su topi affetti da melanoma, cancro al seno e metastasi polmonari, la strategia ha attirato un numero maggiore di cellule T all’interno del tumore e ne ha significativamente inibito la crescita.
Risultati incoraggianti sono stati ottenuti anche in modelli tumorali derivati da pazienti. Mastociti umani equipaggiati con anticorpi IgE contro HER2, un comune marcatore tumorale, e caricati con virus oncolitici hanno innescato forti risposte immunitarie e una marcata soppressione del tumore.
Verso una terapia oncologica personalizzata
“Questo apre nuove possibilità per la terapia di precisione”, ha spiegato Gu Zhen. Secondo il ricercatore, adattare gli anticorpi IgE ai marcatori tumorali specifici di ciascun paziente potrebbe consentire lo sviluppo rapido di trattamenti personalizzati.
Oltre ai virus oncolitici, i mastociti potrebbero trasportare farmaci, proteine, anticorpi e persino nanomedicine, rilasciandoli esclusivamente quando entrano in contatto con il tumore.
I prossimi passi verso l’applicazione clinica
Il team sta ora lavorando per definire un flusso di lavoro che permetta la selezione di anticorpi IgE su misura per i pazienti, l’aumento della produzione di mastociti terapeutici e la combinazione di questa strategia con le immunoterapie oncologiche già in uso.
L’obiettivo, ha concluso Gu, è portare questa innovativa piattaforma terapeutica in ambito clinico nel più breve tempo possibile, aprendo una nuova era nella lotta contro il cancro.





