Roma, 23 maggio – I pazienti oncologici in Italia affrontano un tempo di attesa di oltre 14 mesi per nuovi trattamenti anticancro. Sebbene questo periodo sia inferiore alla media europea, rimane lontano dai 110 giorni della Germania. L’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) lancia un allarme durante il convegno «Cancer research: from Chicago to Bari», evidenziando i ritardi causati da ostacoli burocratici e l’importanza di garantire accesso equo alle cure. La rimozione dei Prontuari terapeutici è fondamentale per evitare ulteriori ritardi e disuguaglianze. Un caso emblematico è il carcinoma della prostata, per il quale il nuovo trattamento non è ancora disponibile in tutte le regioni
In Italia, i pazienti oncologici si trovano a dover affrontare un’attesa media di 441 giorni per accedere a nuove terapie anticancro. Questo tempo, sebbene inferiore alla media europea di 586 giorni, è ben lontano dai 110 giorni di attesa in Germania. Questo dato allarmante è stato messo in evidenza dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) durante il convegno nazionale “Cancer Research: from Chicago to Bari”. Gli esperti del settore hanno discusso le problematiche attuali che affliggono il campo dell’oncologia.
L’importanza dell’accesso equo
Francesco Perrone, presidente dell’AIOM, ha sottolineato l’importanza di garantire un accesso equo alle innovazioni terapeutiche. “L’innovazione porta benefici solo se è accessibile a tutti i pazienti”, ha affermato, evidenziando come le lungaggini burocratiche e le valutazioni locali possano ostacolare l’accesso ai trattamenti necessari. L’AIOM ha richiesto l’eliminazione dei prontuari terapeutici regionali e ospedalieri, che spesso introducono disparità significative nell’assistenza sanitaria.
Un caso emblematico: carcinoma della prostata
Un esempio significativo è rappresentato dal carcinoma della prostata, per il quale il primo “radioligando” rimborsato è stato approvato, ma non è ancora disponibile in tutte le 16 regioni italiane che possiedono strutture abilitate. Questo ritardo è particolarmente preoccupante, considerando che i pazienti affetti da forme aggressive di tumore non possono permettersi di attendere la risoluzione di questioni burocratiche.
Le difficoltà dei pazienti oncologici
Massimo Di Maio, presidente eletto dell’AIOM, ha ulteriormente evidenziato le difficoltà che i pazienti affrontano. “Un malato del Piemonte potrebbe dover viaggiare in altre regioni per ricevere un trattamento che dovrebbe essere disponibile a pochi chilometri da casa sua”, ha dichiarato, sottolineando che gli ostacoli sono di natura burocratica e non clinica.
Il panorama oncologico italiano, pur vantando eccellenze nel settore, è minacciato da disparità territoriali che compromettono l’universalità dell’assistenza. È fondamentale che le istituzioni sanitarie, sia nazionali che regionali, collaborino per risolvere queste problematiche, garantendo che i pazienti possano accedere tempestivamente alle terapie più innovative. Nella lotta contro il cancro, è essenziale che la ricerca e l’implementazione dei nuovi farmaci non siano ostacolate da procedure burocratiche inefficaci, ma piuttosto facilitate da un sistema che ponga al centro il paziente.






