La sindrome alfa-gal si conferma una minaccia emergente in ambito allergologico, con il triste record della prima vittima accertata al mondo: un pilota di linea di 47 anni del New Jersey, deceduto a seguito di una reazione anafilattica ritardata dopo aver consumato carne rossa. La scoperta, pubblicata sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, sottolinea la gravità di questa condizione ancora poco conosciuta.
Che cos’è la sindrome alfa-gal e come si manifesta
La sindrome alfa-gal è un’allergia alimentare mediata da immunoglobuline E (IgE) dirette contro il disaccaride galattosio-α-1,3-galattosio (α-gal), presente nei tessuti di mammiferi non primati come bovini, suini e ovini. L’allergia si sviluppa in seguito alla puntura di zecche, che trasmettono questa molecola al sistema immunitario umano, inducendo una sensibilizzazione capace di scatenare reazioni allergiche ritardate (da 3 a 8 ore dopo l’assunzione di carne rossa o derivati).

Il caso del pilota, che dopo una cena a base di bistecca ha accusato dolori addominali, vomito e diarrea, ha evidenziato la pericolosità della sindrome: alla seconda esposizione, durante un barbecue, l’uomo è stato trovato privo di sensi e nonostante i tentativi di rianimazione è deceduto. L’autopsia inizialmente definì la morte “improvvisa inspiegabile”, ma l’intervento della moglie e di esperti come Thomas Platts-Mills, scopritore dell’allergia, ha permesso di identificare la causa nella sindrome alfa-gal.
Sintomi, diagnosi e fattori di rischio
I sintomi tipici includono orticaria, edema angioneurotico, disturbi gastrointestinali, difficoltà respiratorie e in casi gravi anafilassi ritardata. La peculiarità è proprio il ritardo nell’insorgenza dei sintomi, che rende complessa la diagnosi. Fattori coadiuvanti come alcol, esercizio fisico e farmaci antinfiammatori possono abbassare la soglia di reazione.
La sensibilizzazione è associata principalmente alle punture di zecche del genere Ixodes ricinus in Europa e Amblyomma americanum negli Stati Uniti. L’aumento delle temperature e la maggiore diffusione degli animali ospiti favoriscono l’espansione geografica di questi vettori, con un conseguente incremento dei casi di sindrome alfa-gal a livello globale.
Prevenzione e gestione clinica
L’unico trattamento efficace consiste nell’evitare del tutto il consumo di carne rossa e prodotti derivati da mammiferi. La prevenzione si basa sull’uso di repellenti, l’adozione di abbigliamento protettivo durante le attività all’aperto in zone a rischio e sull’ispezione accurata del corpo dopo esposizioni potenzialmente pericolose.
Gli operatori sanitari, in particolare infermieri e allergologi, giocano un ruolo cruciale nell’educazione del paziente, nella raccolta di un’anamnesi dettagliata e nella preparazione alla gestione delle emergenze, inclusa la somministrazione tempestiva di adrenalina autoiniettabile.
La sindrome alfa-gal si presenta così come una sfida multidisciplinare, frutto dell’interazione tra ambiente, vettori parassitari e risposta immunitaria umana, divenendo un indicatore importante delle conseguenze sanitarie del cambiamento climatico e della necessità di un’attenzione clinica più diffusa e tempestiva.
