L’eritropoietina (Epo), nota per stimolare la produzione di globuli rossi, svolge un ruolo inatteso nel cancro, favorendo la progressione della malattia
Un’innovativa ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Stanford ha rivelato un aspetto inaspettato dell’eritropoietina (Epo), un ormone noto principalmente per il suo ruolo nella stimolazione della produzione di globuli rossi. Questo studio, pubblicato sulla rivista Science, mette in luce come l’Epo possa favorire la progressione tumorale rallentando l’attacco del sistema immunitario. La scoperta ha importanti implicazioni per il trattamento del cancro, in particolare per i tumori del fegato.
La scoperta sui tumori epatici
I ricercatori hanno condotto esperimenti su topi, bloccando l’azione dell’Epo e osservando che i tumori epatici, inizialmente considerati “freddi” e quindi immunoresistenti, si sono trasformati in tumori “caldi”, ricchi di cellule immunitarie attive. Questo cambiamento ha permesso la completa regressione dei tumori nella maggior parte dei soggetti trattati, mentre i topi non trattati hanno mostrato una sopravvivenza significativamente ridotta. Edgar Engleman, coordinatore dello studio, ha descritto questa scoperta come una svolta cruciale nella comprensione di come il sistema immunitario possa essere attivato o disattivato in contesti oncologici.
Verso la sperimentazione clinica
Inoltre, Engleman ha sottolineato l’importanza di proseguire verso la sperimentazione clinica su esseri umani. Sebbene gli studi siano stati condotti su animali, è probabile che l’Epo eserciti un effetto simile anche nei tumori umani. È interessante notare che ricerche precedenti avevano già messo in evidenza un legame tra l’uso dell’Epo nei pazienti oncologici e la crescita tumorale accelerata, portando nel 2007 la FDA a richiedere avvertenze specifiche sull’uso dell’ormone nei malati di cancro.
Il duplice uso dell’Epo
L’Epo, prodotto principalmente dai reni e in minor misura dal fegato e dal cervello, gioca un ruolo cruciale anche come trattamento per l’anemia in pazienti affetti da malattie renali o durante la chemioterapia. Tuttavia, la sua associazione con il doping sportivo, grazie alla capacità di aumentare i globuli rossi e migliorare le prestazioni fisiche, ha sollevato preoccupazioni etiche e sanitarie. Questo duplice uso dell’Epo mette in luce la complessità della sua azione e la necessità di ulteriori ricerche per comprendere appieno il suo ruolo nel cancro e nel potenziamento delle prestazioni fisiche.