ROMA – È arrivato il via libera definitivo al contratto del comparto Sanità della Pubblica Amministrazione. Dopo l’intesa raggiunta a giugno, la firma ufficiale è arrivata oggi all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran). A sottoscrivere il rinnovo 2022-2024 sono stati i sindacati Cisl Fp, Nursind e Nursing Up, mentre Fp Cgil e Uil Fpl hanno deciso di non firmare, contestando l’inadeguatezza delle risorse economiche.
Il rinnovo riguarda 581mila professionisti del sistema sanitario nazionale – infermieri, ostetriche, tecnici e personale amministrativo – con aumenti medi compresi tra 150 e 172 euro lordi mensili, pari a un incremento di circa il 6%, a fronte di un’inflazione che nel triennio ha superato il 16%.
Sanità pubblica, le novità: pronto soccorso, lavoro notturno e buoni pasto anche in smart working
Soddisfazione da parte dei sindacati firmatari, che sottolineano le innovazioni introdotte dal nuovo contratto sulla sanità pubblica. Tra le principali novità figura una nuova indennità di Pronto Soccorso, che potrà arrivare fino a 250 euro mensili, insieme alla tutela legale gratuita per chi subisce aggressioni sul luogo di lavoro.
Previsto inoltre l’esonero dal lavoro notturno per il personale over 60, la valorizzazione delle prestazioni aggiuntive a 50 euro l’ora, e incrementi fino a 1.500 euro per incarichi aggiuntivi. Un’altra novità è l’estensione dei buoni pasto anche a chi lavora in modalità smart working, misura attesa da tempo dal personale amministrativo.
“Contratti in vigenza come scudo contro l’inflazione”
“Apriremo subito la trattativa 2025-2027 in vigenza contrattuale“, ha dichiarato la Cisl Fp, sottolineando che i sindacati non firmatari non potranno partecipare alla contrattazione decentrata.
Il segretario generale Roberto Chierchia ha ribadito l’importanza di mantenere continuità nelle trattative:
“Vogliamo contratti rinnovati in vigenza, come prima misura anti-inflattiva per lavoratrici e lavoratori. Serve evitare nuovi vuoti contrattuali e restituire stabilità agli operatori del sistema sanitario”.
Chierchia ha inoltre ricordato che la Cisl è già impegnata a chiedere maggiori risorse nella Legge di Bilancio, insieme a misure strutturali come la detassazione degli aumenti contrattuali e dei premi di risultato, il riconoscimento delle specificità delle professioni sanitarie e sociosanitarie, e una tutela previdenziale più adeguata per le figure più esposte.

“Finalmente prospettive di carriera, ma la vera sfida sarà il prossimo contratto”
Soddisfazione anche da parte dei sindacati autonomi firmatari. “Con le nuove norme sulla carriera, siamo riusciti a ottenere un risultato che apre finalmente prospettive a chi per anni è rimasto invisibile – ha dichiarato Antonio De Palma, segretario del Nursing Up – ma questo contratto non è affatto risolutivo. È solo un punto di partenza: i veri giochi si faranno con il prossimo Ccnl“.
Dello stesso avviso Andrea Bottega, segretario del Nursind, che conferma l’intenzione di chiudere la prossima negoziazione (2025-2027) entro il 2026:
“Sarà una novità assoluta che ci consentirà di ridurre in modo più deciso la perdita di potere d’acquisto. Finalmente gli stipendi degli infermieri potranno essere adeguati entro la vigenza del contratto”.
Bottega ha aggiunto che la nuova tornata contrattuale sarà più rapida:
“Il più è stato fatto con questa tornata appena chiusa. Il nuovo Ccnl dovrà aggiornare la parte economica in base alle risorse già stanziate e a quelle previste dalla Manovra”.
Cgil e Uil: “Un contratto che impoverisce”
Completamente opposta la posizione di Fp Cgil e Uil Fpl, che hanno scelto di non firmare l’accordo. “Oggi è stato firmato un contratto che mortifica le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica e, per la prima volta, li impoverisce“, si legge in una nota della Fp Cgil.
Secondo il sindacato, si tratta di un contratto al ribasso che comporta una perdita media mensile di 172 euro rispetto al costo della vita.
“Mentre il costo della vita è aumentato del 16%, gli stipendi crescono solo del 5,7%. È la prima volta che un contratto fa perdere potere d’acquisto ai lavoratori. Un peggioramento per noi inaccettabile”, sostiene la Cgil.
Il sindacato denuncia inoltre un arretramento normativo:
“Il governo mantiene il tetto sul salario accessorio e sulle assunzioni, mentre il contratto peggiora i carichi di lavoro, lascia mano libera alle aziende sulla pronta disponibilità e blocca differenziali economici e incarichi per mancanza di risorse. Non vengono risolti nemmeno problemi storici come quello della mensa o della retribuzione nei giorni di ferie”.
Sanità pubblica, Uil Fpl: “Aumenti inadeguati, serve una revisione strutturale”
Anche la Uil Fpl conferma la propria contrarietà. “Non riteniamo ci siano i presupposti per la sottoscrizione – afferma la segretaria Rita Longobardi – Sul piano economico, il contratto non recepisce le necessità espresse durante il negoziato“.
Secondo la Uil, l’aumento medio netto sul tabellare è di circa 40 euro al mese, troppo poco per compensare anni di stagnazione salariale. Il sindacato evidenzia inoltre che le indennità sono ferme da troppo tempo, manca il riconoscimento dell’indennità di esclusività e l’adeguamento del valore economico del buono pasto.
“Si continua a puntare su meccanismi accessori e temporanei, basati su straordinari e prestazioni aggiuntive, invece di rafforzare stabilmente i trattamenti tabellari e la struttura retributiva ordinaria”, conclude Longobardi.
Le trattative per il 2025-2027 si apriranno a breve
Con la firma del rinnovo 2022-2024 si chiude una lunga fase di negoziazione, ma la partita non è finita. Tutti i sindacati – seppure con posizioni diverse – concordano sulla necessità di aprire presto la prossima trattativa per il triennio 2025-2027, con l’obiettivo di recuperare il potere d’acquisto perduto e rafforzare il sistema sanitario pubblico, in un contesto economico ancora segnato dall’inflazione e dalla carenza di personale.
