Roma, 14 ottobre 2025 – La spesa privata degli italiani per la sanità continua a crescere, raggiungendo quota 42,6 miliardi di euro annui, pari a circa un quarto del totale della spesa sanitaria nazionale. Lo segnala la recente Relazione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) sui servizi pubblici 2025, che conferma un aumento del 2% rispetto all’anno precedente, un trend in crescita registrato da molti anni, in particolare dal 2015.
Aumento costante della spesa privata per la sanità
Nel corso dell’ultimo decennio, il fabbisogno sanitario nazionale è cresciuto di circa 24 miliardi, con un incremento medio annuo nominale del 2%, che in termini reali si traduce in un +0,2%. Nonostante questo, il finanziamento pubblico della sanità in Italia nel 2023 si attesta al 74% della spesa totale, leggermente al di sotto della media europea, che è del 77,3%.
Questi dati evidenziano come una quota significativa della popolazione si affidi sempre più alla sanità privata, fenomeno che incide in modo rilevante sul sistema sanitario complessivo del Paese.
Carenze di personale e disuguaglianze territoriali
La relazione del CNEL segnala inoltre un preoccupante calo del numero dei medici di base e una carenza di personale nelle aree dell’emergenza-urgenza. Il deficit di infermieri rispetto alla media europea supera le 180mila unità, un dato che si riflette soprattutto nelle difficoltà di mantenere stabile il sistema pubblico.
Un altro elemento critico riguarda la “fuga” dei giovani professionisti verso il settore privato o l’estero, un fenomeno che potrebbe compromettere la tenuta della sanità pubblica, soprattutto nelle regioni e nei territori più fragili e meno serviti. Persistono infatti significative discrepanze regionali e subregionali sia in termini quantitativi che qualitativi, con carenze nell’offerta dei servizi e fragilità infrastrutturali in diverse aree del Paese.
Accesso ai servizi e rinunce alle cure
Inoltre, dal 2018 al 2023 si è registrata una riduzione del 2% negli esami specialistici e dell’1,7% nelle visite specialistiche. Nel 2024 quasi il 10% dei residenti ha rinunciato a visite o esami specialistici, un dato che aumenta rispetto al 2023 e al periodo pre-pandemico. Le principali cause di rinuncia sono la lunghezza delle liste di attesa e le difficoltà economiche nel sostenere i costi delle prestazioni sanitarie.
Nel 2024, il 23,9% degli individui ha infatti dovuto sostenere interamente il costo dell’ultima prestazione specialistica senza alcun rimborso assicurativo, un dato in crescita del 4% rispetto all’anno precedente.
Questa situazione di crescente spesa privata e difficoltà di accesso alla sanità pubblica rappresenta una sfida importante per il sistema sanitario italiano, che il CNEL monitora attentamente nelle sue relazioni annuali.
Per approfondire: Gimbe: “Sanità pubblica, persi 13 miliardi in tre anni. Rischio smantellamento Ssn”




