Roma, 8 ottobre 2025 – Primo xenotrapianto di fegato al mondo da maiale geneticamente modificato a paziente vivente, con una sopravvivenza di 171 giorni. Lo studio, pubblicato sul Journal of Hepatology, rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca sui trapianti di organi animali in esseri umani, dimostrando che i fegati suini modificati geneticamente possono svolgere funzioni vitali negli uomini per un periodo prolungato.
Dettagli dell’intervento e risultati clinici
Il paziente, un uomo di 71 anni affetto da cirrosi da epatite B e carcinoma epatocellulare, ha ricevuto un innesto ausiliario, ovvero un fegato di maiale nano Diannan con 10 modifiche genetiche volte a migliorare la compatibilità immunitaria e la coagulazione del sangue. Nei primi 30 giorni post-operatori, il fegato ha funzionato efficacemente, producendo bile e sintetizzando fattori della coagulazione senza segni di rigetto. Tuttavia, dopo 38 giorni, l’innesto è stato rimosso a causa di una grave complicanza. Il paziente ha manifestato episodi di emorragia ricorrenti ed è deceduto al 171° giorno dall’intervento.
Il professor Beicheng Sun, ricercatore principale e presidente del Primo Ospedale Affiliato dell’Università Medica di Anhui in Cina, ha sottolineato che il caso dimostra come un fegato di maiale geneticamente modificato possa funzionare nell’uomo per tempi prolungati, evidenziando però la necessità di superare ancora importanti ostacoli, in particolare legati alla disregolazione della coagulazione e alle complicanze immunitarie.
Xenotrapianto: un progresso nella lotta alla carenza di organi
Questo risultato si inserisce in un contesto più ampio di progressi nella medicina dei xenotrapianti, che rappresentano una possibile soluzione alla cronica carenza di organi per trapianti umani. Negli ultimi anni, sono stati eseguiti con successo trapianti di reni e cuori di maiale geneticamente modificati in pazienti viventi, con sopravvivenze record che hanno permesso di approfondire la gestione del rigetto e degli immunosoppressori.
In particolare, il primo trapianto di rene suino in un paziente vivente al Massachusetts General Hospital ha segnato una pietra miliare, con pazienti sopravvissuti fino a sei mesi senza necessità di dialisi, il risultato più duraturo mai registrato. Questi interventi, autorizzati da protocolli regolatori come quello della Food and Drug Administration statunitense, mostrano come le tecniche di editing genetico, tra cui la tecnologia CRISPR, permettano di migliorare significativamente la compatibilità degli organi animali con l’organismo umano.
L’evoluzione della ricerca nello xenotrapianto offre una concreta speranza per migliaia di pazienti in attesa di trapianti, aprendo la strada a una nuova era della trapiantologia. Tuttavia, permangono sfide tecniche, cliniche ed etiche da affrontare per garantire la sicurezza e l’efficacia a lungo termine di questi interventi.






