Roma, 3 dicembre 2025 – I tatuaggi influenzano il sistema immunitario per un periodo prolungato, secondo uno studio internazionale guidato dall’italiana Arianna Capucetti e coordinato da Santiago González, ricercatore presso l’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona, in Svizzera. La ricerca, pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (PNAS), ha analizzato gli effetti dei pigmenti neri, rossi e verdi più comunemente usati nei tatuaggi, evidenziando un loro accumulo nei linfonodi e una risposta immunitaria persistente.

Accumulo di pigmenti nei linfonodi e risposta infiammatoria
Lo studio ha dimostrato che, dopo l’applicazione di un tatuaggio, l’inchiostro si sposta rapidamente nel sistema linfatico, accumulandosi nei linfonodi, organi fondamentali per la risposta immunitaria. Questa presenza di pigmenti innesca una risposta infiammatoria in due fasi: una fase acuta, della durata di circa due giorni, seguita da una fase cronica che può protrarsi per anni. Le cellule immunitarie, in particolare i macrofagi, assorbono i pigmenti ma non riescono a degradarli, portando alla loro morte e compromettendo progressivamente la capacità di difesa del sistema immunitario.
Tatuaggi, implicazioni sulla salute e necessità di ulteriori studi
Oltre a sollevare dubbi sulla sicurezza a lungo termine dei tatuaggi, la ricerca suggerisce che la presenza continua di pigmenti nei linfonodi potrebbe ridurre l’efficacia delle vaccinazioni. Sebbene non siano stati trovati legami certi tra tatuaggi e sviluppo di tumori, la questione rimane aperta e richiede ulteriori approfondimenti. Studi più ampi e a lungo termine sono necessari per valutare appieno i rischi associati ai pigmenti utilizzati e per sviluppare pigmenti e procedure più sicure.
In Italia, dove oltre 7 milioni di persone hanno almeno un tatuaggio, la pratica è diffusa ma gli effetti a lungo termine restano poco conosciuti. Le autorità europee hanno già imposto restrizioni a migliaia di sostanze contenute negli inchiostri per tatuaggi, adottando un approccio di precauzione in attesa di dati più solidi, come sottolineato dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).
Lo studio coordinato da Santiago González, con una consolidata esperienza internazionale in immunologia, rappresenta un passo importante per comprendere meglio le complesse interazioni tra tatuaggi e sistema immunitario, aprendo la strada a future ricerche nel campo della sicurezza della body art e delle sue implicazioni immunitarie.

