Parkinson: il rischio aumenta per chi mangia male e respira aria inquinata. Due studi evidenziano che il consumo di cibo ultraprocessato accelera i segnali premonitori della malattia, mentre il PM10 aumenta il rischio del 18% per ogni microgrammo in più per metro cubo
Recenti ricerche hanno messo in evidenza come la cattiva alimentazione e l’inquinamento atmosferico possano aumentare il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. Due studi, uno condotto in Italia e l’altro tra Grecia e Stati Uniti, hanno rivelato una connessione allarmante tra la qualità della dieta e la salute neurologica, in particolare per quanto riguarda i cibi ultraprocessati.
Il ruolo della dieta nella salute neurologica
Il primo studio, pubblicato su Neurology, ha coinvolto quasi 43.000 partecipanti e ha dimostrato che il consumo di alimenti industriali, ricchi di additivi e poveri di nutrienti, può accelerare fino a 2,5 volte l’insorgenza di segnali precursori della malattia, come stipsi, disturbi dell’olfatto e alterazioni del sonno. I ricercatori hanno utilizzato questionari alimentari per monitorare le abitudini dei partecipanti per oltre dieci anni, scoprendo che la dieta gioca un ruolo cruciale nell’insorgere di questi segni prodromici. Cibi come panini, dolci preconfezionati e fast food sono risultati particolarmente dannosi, suggerendo che l’approccio “fast food, slow damage” non è solo un gioco di parole, ma una realtà scientifica.
Inquinamento atmosferico e rischio di Parkinson
Parallelamente, un altro studio condotto dall’IRCCS Neuromed di Pozzilli ha rivelato che il PM10, un inquinante atmosferico comune nelle aree urbane, può aumentare il rischio di Parkinson del 18% per ogni microgrammo in più per metro cubo di aria respirata. Questa scoperta, pubblicata su Nature Parkinson’s Disease, ha coinvolto una vasta coorte di 24.000 individui, chiarendo come anche i cittadini italiani, noti per la loro dieta mediterranea, non siano immuni a questo rischio.
Meccanismi di azione e implicazioni
La relazione tra inquinamento e malattia neurologica è ulteriormente supportata dall’identificazione dell’accumulo della proteina anomala α-sinucleina, associata a neuroinfiammazione causata dall’esposizione al PM10. Questo meccanismo è stato esplorato anche in uno studio cinese del 2017, ma ora i ricercatori italiani hanno approfondito il legame tra inquinamento e colesterolo, suggerendo che le lipoproteine a bassa densità possano facilitare l’ingresso di α-sinucleina nel cervello, aggravando così il rischio di sviluppare Parkinson.
Questi studi non solo evidenziano l’importanza di una dieta sana e di un ambiente pulito per la prevenzione di malattie neurodegenerative, ma pongono anche l’accento sulla necessità di politiche pubbliche più efficaci per migliorare la qualità dell’aria e promuovere stili di vita salutari.