Torino, 18 agosto 2025 – Una svolta nella chirurgia urologica arriva dall’ospedale Molinette di Torino, dove è stata avviata una sperimentazione innovativa per il trattamento del tumore alla prostata. I pazienti vengono operati in anestesia locale con una tecnica mini-invasiva, mentre grazie a un visore di realtà immersiva si “trasferiscono” in ambientazioni rilassanti come una spiaggia caraibica, lo spazio o la foresta amazzonica. Questa combinazione di tecnologia avanzata e supporto psicologico migliora sensibilmente la tolleranza all’intervento e riduce l’ansia.
Terapia focale TPLA: precisione e rispetto della qualità di vita
La tecnica applicata è la TPLA (Transperineal Laser Ablation), una procedura di terapia focale che utilizza un laser ad alta precisione per colpire esclusivamente la lesione tumorale, preservando il resto della ghiandola prostatica. L’intervento viene guidato da ecografia e risonanza magnetica in fusione d’immagine, con sottilissime fibre ottiche inserite attraverso il perineo che rilasciano energia laser per produrre necrosi coagulativa mirata. Questo approccio rappresenta un importante passo avanti nella chirurgia oncologica urologica, offrendo un’alternativa meno invasiva rispetto alla prostatectomia radicale.
Realtà virtuale: un alleato contro stress e dolore
Il vero elemento innovativo è l’integrazione della realtà virtuale in sala operatoria. Il paziente, sveglio e in anestesia locale, indossa un visore 3D che lo immerge in ambienti rilassanti con suoni e immagini appositamente studiati per deviare l’attenzione dallo stress dell’operazione. Il sistema permette un’interazione immediata con il team medico, spegnendo la musica e le immagini quando necessario, facilitando così la cooperazione del paziente durante la procedura. Il risultato è un’esperienza meno traumatica, con riduzione dell’ansia e del dolore percepito.
Indicazioni, limiti e vantaggi clinici
La terapia focale al laser è indicata per pazienti con carcinoma prostatico localizzato a basso o intermedio rischio e lesione ben definita, mentre non è consigliata in presenza di malattie multifocali o sospette estensioni extracapsulari. L’intervento è parte di un percorso multidisciplinare che coinvolge urologi, radiologi, anatomo-patologi e anestesisti per una selezione accurata dei casi. Dopo il trattamento, i pazienti seguono un rigoroso follow-up con controlli PSA, risonanze di controllo e biopsie mirate.
Il dottor Marco Oderda, urologo di riferimento presso il reparto di Urologia delle Molinette, sottolinea come questa tecnica, affiancata dalla realtà virtuale, consenta di migliorare la qualità di vita del paziente, limitando gli effetti collaterali tipici della chirurgia più invasiva, come incontinenza e disfunzione erettile. Il progetto rappresenta un esempio di integrazione tra tecnologia e umanizzazione della cura in un grande ospedale pubblico con vocazione universitaria e di ricerca.






