Imperia, 31 luglio 2025 – Un caso di chikungunya è stato diagnosticato in provincia di Imperia, a un uomo di 56 anni recentemente rientrato dal Bangladesh. La diagnosi è stata confermata tramite un esame molecolare (Pcr) eseguito dall’unità di Microbiologia dell’Ospedale di Sanremo. Attualmente il paziente è ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale ‘Borea’ di Sanremo.
Diagnosi e caratteristiche della malattia
La chikungunya è una malattia virale trasmessa principalmente dalla puntura di zanzare infette del genere Aedes, in particolare dalla zanzara tigre (Aedes albopictus). Il virus appartiene alla famiglia delle Togaviridae ed è noto per causare febbre acuta e dolori articolari intensi. Il termine “chikungunya” deriva dalla lingua makonde e significa “ciò che piega” o “contorce”, in riferimento alla postura antalgica assunta dai pazienti a causa delle forti artralgie.
Il periodo di incubazione varia tra 2 e 12 giorni, con sintomi che iniziano improvvisamente e includono febbre alta, cefalea, dolori muscolari e articolari, spesso debilitanti. Nella maggior parte dei casi la malattia si risolve spontaneamente, anche se il dolore articolare può persistere per mesi o anni. Complicanze gravi sono rare ma possono verificarsi, soprattutto negli anziani o soggetti con patologie preesistenti.
Prevenzione e controlli sanitari
Al momento non esiste un trattamento antivirale specifico per la chikungunya, né un vaccino disponibile in Europa, anche se recentemente la UE ha autorizzato un vaccino (IXCHIQ) per la prevenzione della malattia. La prevenzione si basa principalmente sulla lotta alla zanzara vettore, eliminando i ristagni d’acqua nei centri abitati e utilizzando repellenti e zanzariere.
L’esame diagnostico eseguito sull’uomo di Imperia rientra nel programma di screening molecolare per arbovirosi attivato negli ospedali italiani per diagnosticare tempestivamente queste malattie tropicali, soprattutto in soggetti con viaggi recenti in aree endemiche. La rapida individuazione del virus permette di contenere eventuali focolai di trasmissione locale, data la presenza ormai consolidata della zanzara tigre anche nel nord Italia.






