Roma, 1 agosto 2025 – Quasi un italiano su dieci, il 9,2% della popolazione, è ancora suscettibile al morbillo, con un rischio concreto di contrarre l’infezione in caso di esposizione al virus. Lo rivela uno studio recente, frutto di una collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione Bruno Kessler, pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Infectious Diseases.
Dati epidemiologici e fasce più colpite
L’analisi ha preso in esame quasi 15 mila casi notificati in Italia tra il 2013 e il 2022, con un totale di 14 decessi accertati. Sebbene i bambini sotto i 5 anni presentino l’incidenza più elevata, oltre la metà delle infezioni riguarda giovani adulti tra i 20 e i 39 anni, un gruppo particolarmente vulnerabile e fondamentale nella catena di trasmissione del virus. Circa il 90% delle infezioni è avvenuto in persone non vaccinate, che sono state responsabili anche dell’88,9% dei contagi secondari nei focolai epidemici. Un terzo delle trasmissioni è avvenuto tra giovani adulti, i quali hanno contribuito significativamente alla diffusione dell’infezione anche tra i bambini. Inoltre, il 35,5% dei contagi è stato registrato in ambito familiare.
Variabilità regionale e raccomandazioni per la vaccinazione
Lo studio evidenzia una marcata variabilità regionale nella copertura vaccinale e nell’immunità di gregge, con il Centro-Nord Italia che mostra livelli più elevati di protezione rispetto ad altre aree. Secondo gli esperti, gli adulti non vaccinati rappresentano un elemento chiave nella trasmissione del morbillo, rendendo necessarie strategie vaccinali mirate, comprese campagne di recupero per le fasce di età più adulte.
Il morbillo è una malattia altamente contagiosa causata da un virus del genere Morbillivirus, caratterizzata da febbre alta, tosse, congiuntivite e un esantema cutaneo tipico che può portare a complicanze gravi come polmonite ed encefalite. La vaccinazione, disponibile in forma trivalente (morbillo-parotite-rosolia) o quadrivalente (inclusa anche la varicella), resta l’unico strumento efficace per prevenire la diffusione e le conseguenze della malattia.
In Italia, la copertura vaccinale è ancora sotto la soglia ideale del 95% raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con significative differenze tra regioni e un calo nella seconda dose tra i bambini di 5-6 anni. L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea l’importanza di verificare lo stato vaccinale soprattutto in vista delle vacanze, per proteggere i più piccoli e contenere la circolazione del virus.






