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Home Salute

Medici sospesi o radiati: 200 continuano a esercitare la professione

by Redazione
25 Marzo 2025
Medici sospesi o radiati: 200 professionisti continuano a esercitare ogni anno

Medici sospesi o radiati: 200 professionisti continuano a esercitare ogni anno

Circa 200 medici radiati dall’Ordine continuano a esercitare in Italia in attesa di giudizio dalla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (Ceeps). L’organo del ministero della Salute è fermo dal 2022, causando preoccupazione. La Federazione nazionale chiede interventi urgenti.

La situazione dei medici radiati dall’Ordine che continuano a esercitare la professione in Italia è diventata un tema di crescente preoccupazione. Secondo la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), circa 200 medici che hanno subito la radiazione continuano a lavorare in attesa di un giudizio definitivo dalla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (Ceeps). Questa condizione solleva interrogativi significativi sulla sicurezza del sistema sanitario e sull’efficacia delle sanzioni disciplinari.

I ricorsi

L’organo di giurisdizione speciale, la Ceeps, è stato istituito presso il Ministero della Salute per esaminare i ricorsi contro le decisioni prese dai vari ordini professionali. Tuttavia, la Commissione è rimasta bloccata dal 2022, con una mole di circa 900 fascicoli in attesa di essere esaminati. Questi includono ricorsi per una vasta gamma di sanzioni disciplinari, che variano da semplici avvertimenti a censure, sospensioni e radiazioni.

Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione attuale. “Ci auguriamo che vengano presi subito provvedimenti per smaltire gli arretrati e fluidificare il lavoro della Commissione, a tutela in primo luogo dei cittadini e anche dei medici in attesa di giudizio”, ha dichiarato. La sua affermazione sottolinea un punto cruciale: la lentezza del sistema non solo pone a rischio la professionalità dei medici coinvolti, ma anche la sicurezza dei pazienti che si rivolgono a loro.

Un problema di fiducia

La questione si complica ulteriormente se consideriamo che, secondo le stime, la radiazione di un medico avviene in media una volta all’anno per ciascun ordine, e con 106 ordini in Italia, il numero di medici coinvolti potrebbe effettivamente aggirarsi attorno ai 200. Questi professionisti, sebbene radiati, possono continuare a esercitare la loro professione grazie al principio che il ricorso sospende l’efficacia della sanzione. Questo significa che, in attesa del giudizio, i medici possono continuare a trattare i pazienti, anche se sono accusati di comportamenti gravi.

In un sistema sanitario già stressato, questa realtà è preoccupante. La fiducia dei cittadini nei professionisti della salute è fondamentale e la presenza di medici radiati che continuano a lavorare mina questa fiducia. Per affrontare questa situazione, la Fnomceo ha proposto l’istituzione di una sezione stralcio all’interno della Ceeps, dedicata all’esame prioritario dei ricorsi relativi a sanzioni meno gravi. Questa iniziativa sarebbe un passo verso la risoluzione delle controversie pendenti, permettendo così di liberare risorse e tempo per i casi più gravi.

Le proposte

Un emendamento proposto dall’onorevole Annarita Patriarca prevede la creazione di questa commissione stralcio, con l’obiettivo di snellire l’arretrato di pratiche. La proposta è stata accolta con favore dalla Fnomceo, che sottolinea la necessità di ripristinare l’ordinaria operatività della Commissione per evitare che professionisti sospesi o radiati continuino a esercitare.

La questione dei medici radiati che continuano a lavorare non è solo un problema amministrativo; è una questione di responsabilità e sicurezza. La mancanza di un sistema di giustizia efficiente rischia di compromettere la salute pubblica e di esporre i pazienti a potenziali rischi. La trasparenza e l’efficienza nel processo di revisione delle sanzioni disciplinari devono essere prioritarie per garantire la qualità e la sicurezza della cura medica.

In un contesto in cui la pandemia ha messo a dura prova il sistema sanitario, è essenziale che le istituzioni prendano seriamente in considerazione la questione. I cittadini devono poter contare su professionisti sanitari qualificati e in regola, mentre i medici coinvolti meritano un processo equo e tempestivo. La salute pubblica non può rimanere un tema in sospeso, e l’adeguamento delle norme e delle procedure rappresenta un passo necessario per tutelare tutti gli attori coinvolti nel sistema sanitario.

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