Roma, 19 luglio 2025 – L’Italia ha ufficialmente respinto gli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) adottati durante la 77ª Assemblea Mondiale della Sanità. La comunicazione è stata inviata il 18 luglio dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, al direttore generale dell’OMS, Tedros Ghebreyesus. Con questa decisione, l’Italia si allinea alla posizione espressa dagli Stati Uniti, che hanno anch’essi rigettato le nuove norme.
Il rifiuto degli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale
Gli emendamenti 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale miravano a stabilire un quadro giuridicamente vincolante per la gestione delle emergenze di salute pubblica a livello globale. Introducevano il concetto di urgenza pandemica e promuovendo una maggiore solidarietà e equità tra gli Stati membri. Tuttavia, nella lettera inviata all’OMS, il ministro Schillaci ha notificato il rifiuto totale da parte dell’Italia di tali modifiche. Nel farlo, ha richiamato l’articolo 61 del Regolamento del 2005.
L’Italia, con una popolazione di circa 59 milioni di abitanti e membro fondatore dell’Unione Europea, ha scelto di tutelare la propria sovranità in materia di politiche sanitarie. Una decisione che si inserisce in un contesto internazionale caratterizzato da una forte attenzione alla gestione autonoma delle emergenze sanitarie.
La posizione degli Stati Uniti e le implicazioni internazionali
Parallelamente, gli Stati Uniti hanno annunciato il rifiuto delle stesse norme. Il motivo? La necessità di preservare la sovranità nazionale in materia di salute pubblica e tutelare le libertà individuali. In una dichiarazione congiunta del ministro della Sanità Robert Kennedy Jr. e del segretario di Stato Marco Rubio, si evidenzia come gli emendamenti rischino di limitare il diritto degli Stati Uniti di definire autonomamente le proprie politiche sanitarie, oltre a minacciare la libertà di espressione e la privacy dei cittadini.
Questa convergenza di posizioni tra Italia e Stati Uniti segna un momento chiave nel dibattito internazionale sulla governance delle emergenze sanitarie, con possibili ripercussioni sull’azione futura dell’OMS e sulla cooperazione globale in tema di salute pubblica.






