Ogni anno, in Italia, circa 15.500 persone sviluppano linfoma, una neoplasia del sangue: ecco tutti i dati da conoscere
Ogni anno, in Italia, circa 15.500 persone ricevono una diagnosi di linfoma, un gruppo eterogeneo di tumori del sangue che origina dai linfociti B e T. Negli ultimi anni, la medicina ha compiuto notevoli progressi nel trattamento di queste neoplasie, in particolare per le forme più aggressive. Oggi, anche nei casi in cui il primo ciclo di terapia non produce risultati, esistono nuove opzioni terapeutiche che offrono speranza ai pazienti.
Convegno internazionale sui linfomi
Un’importante occasione di aggiornamento e confronto sulle ultime novità in questo campo sarà il convegno internazionale “The Lymphomas Conference”, in programma il 9 e 10 maggio a Roma. Questo evento, giunto alla sua seconda edizione, riunirà esperti di fama mondiale, fornendo una piattaforma fondamentale per discutere le frontiere terapeutiche e le nuove scoperte nella biologia dei linfomi.
Focus sui linfomi diffusi a grandi cellule B
Particolare attenzione è rivolta ai linfomi diffusi a grandi cellule B, i più comuni in Occidente, che rappresentano circa un terzo dei casi di linfoma non Hodgkin. Secondo Gerardo Musuraca, direttore dell’Ematologia e Trapianti all’IRST ‘Dino Amadori’ IRCCS di Meldola, la prima linea di terapia, attraverso l’immunochemioterapia, è in grado di curare circa il 60% dei pazienti. Tuttavia, per coloro che sperimentano recidive o risultano refrattari ai trattamenti, nuove terapie come l’immunoterapia hanno cambiato radicalmente le prospettive. Attualmente, circa il 50% di quei pazienti che una volta avevano poche chance di sopravvivenza può ora essere curato grazie a terapie cellulari avanzate come la Car-T e gli anticorpi bispecifici.
Innovazioni future nel trattamento dei linfomi
Inoltre, si profilano all’orizzonte ulteriori innovazioni. La possibilità di anticipare l’uso di terapie attualmente riservate alle fasi avanzate della malattia potrebbe rivoluzionare ulteriormente il panorama terapeutico. Combinazioni di trattamenti già disponibili, come l’immunochemioterapia e gli anticorpi bispecifici, rappresentano un campo di ricerca promettente. Nicola Normanno, direttore scientifico dell’IRST, ha sottolineato come i progressi nell’ematologia possano fungere da modello anche per altre forme di tumore, dimostrando l’importanza della ricerca continua in questo settore cruciale per la salute pubblica.






