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Home Salute

Intossicazione da botulino, quali sono i cibi più a rischio?

I cibi conservati in barattolo o sottovuoto sono tra le principali fonti di rischio. Il botulino, infatti, cresce in ambienti privi di ossigeno

by Redazione
8 Agosto 2025
Il botulino può essere presente nei cibi conservati in barattolo o sottovuoto - Nella foto: dei barattoli di marmellata

Dei barattoli di marmellata | Shutterstock @Annabell Gsoedl - Alanews.it

Il Clostridium botulinum, comunemente conosciuto come botulino, è un batterio che può rappresentare un grave pericolo per la salute umana quando trova le condizioni ideali per svilupparsi negli alimenti. Nonostante venga anche impiegato in ambito estetico per il trattamento delle rughe, in ambito alimentare è noto per la sua capacità di produrre una tossina altamente pericolosa. In questo articolo ci concentreremo esclusivamente sui rischi legati alla contaminazione alimentare, analizzando le condizioni in cui il batterio può proliferare, quali sono gli alimenti più a rischio e come evitare il botulismo.

Dove si annida il pericolo botulino?

I cibi conservati in barattolo o sottovuoto, in particolare quelli preparati in casa, sono tra le principali fonti di rischio. Il botulino, infatti, cresce in ambienti privi di ossigeno e trova un terreno favorevole quando l’acidità è bassa, la salinità insufficiente e le temperature di conservazione sono inadeguate. Prodotti come carne e pesce affumicati o in salamoia, se non trattati correttamente, possono favorire la crescita del batterio. Anche le conserve vegetali, se preparate senza rispettare rigidi standard igienici e termici, possono diventare pericolose.

In ambito domestico, è fondamentale usare frutta naturalmente acida – come mele, pere o frutti di bosco – per preparare marmellate e composte. Al contrario, frutti tropicali o poco acidi vanno prima acidificati con sostanze come il succo di limone. Questo perché un pH inferiore a 4,6 rappresenta una delle barriere principali alla proliferazione del botulino.

Il miele e il rischio per i più piccoli

Un’altra fonte potenziale, sebbene meno comune, è rappresentata dal miele. Le spore del botulino, che in un adulto sano non causano problemi, possono invece attecchire nell’intestino ancora immaturo dei bambini. È per questo che si raccomanda di non somministrare miele ai neonati prima del compimento del primo anno di vita.

La sicurezza domestica: un lavoro meticoloso

Preparare conserve fatte in casa richiede attenzione e competenze. Le spore del Clostridium botulinum sono molto resistenti e sopravvivono anche alla cottura standard. Per eliminarle completamente, servono temperature elevatissime: circa 100 °C per diverse ore oppure almeno 121 °C per alcuni minuti, valori raggiungibili solo con strumenti adeguati come le autoclavi o pentole a pressione specifiche.

Oltre al trattamento termico, ci sono altri fattori che aiutano a prevenire la germinazione delle spore: mantenere i cibi a temperature inferiori ai 3 °C, garantire la presenza di ossigeno dove possibile, regolare correttamente acidità e salinità, e ricorrere eventualmente a sostanze come i nitriti o ad agenti fermentativi come i lattobacilli. Anche zuccheri o alcol etilico, se presenti in quantità sufficienti, possono contribuire a impedire la crescita del batterio.

Durante la preparazione casalinga, è essenziale assicurarsi che ogni elemento del processo sia pulito e igienizzato: dalle materie prime agli strumenti, passando per i piani di lavoro e le mani dell’operatore. Ogni contaminazione incrociata può infatti vanificare le precauzioni adottate fino a quel momento. Una particolare attenzione va riservata al momento immediatamente successivo alla cottura, quando il cibo è pronto per essere invasettato: in questa fase il rischio di introdurre spore è particolarmente elevato.

Far bollire non basta a prevenire le intossicazioni da botulino

Molti credono che far bollire nuovamente un alimento già invasettato possa neutralizzare il rischio di botulino. In realtà, sebbene la bollitura possa distruggere i batteri attivi e inattivare la tossina già presente, non è sufficiente per eliminare del tutto le spore. Queste, se trovano condizioni favorevoli nei giorni o settimane successive, possono germogliare e riprendere a produrre tossine.

Il latte è sicuro?

Per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, gli studi condotti su animali da laboratorio e bovini indicano che la tossina botulinica non viene trasferita al latte attraverso la ghiandola mammaria. Questo significa che né una mucca né una nutrice infette trasmettono direttamente la tossina tramite l’allattamento. Tuttavia, le spore possono comunque contaminare il latte per vie ambientali o durante la mungitura.

Nonostante il rischio sia basso, nei rari casi di botulismo bovino è prassi precauzionale sospendere la distribuzione del latte e incenerire le carcasse degli animali coinvolti.

Come riconoscere un alimento contaminato dal botulino

Purtroppo, non esistono segnali visibili certi che permettano di identificare con sicurezza la presenza di botulino in un alimento. Alcuni indizi possono essere il rigonfiamento delle lattine o dei coperchi dei barattoli, la presenza di cattivi odori (come quello di zolfo o di putrefazione) e cambiamenti nella consistenza del cibo. Tuttavia, non tutti i ceppi di C. botulinum producono gas o alterazioni sensibili. In alcuni casi, l’alimento può apparire del tutto normale pur contenendo tossine sufficienti a causare un’intossicazione potenzialmente letale.

Assaggiare anche solo una piccolissima quantità di cibo contaminato può bastare per sviluppare il botulismo. Per questo motivo, in presenza del minimo dubbio, è sempre meglio evitare l’assaggio e, semmai, limitarsi ad annusare il prodotto.

La prevenzione è l’arma più efficace

L’unico vero modo per evitare il botulismo è seguire scrupolosamente tutte le buone pratiche nella preparazione degli alimenti conservati. Questo significa garantire alti standard igienici, usare tecniche di conservazione adeguate, abbassare il livello di acqua libera nei cibi, cuocere a temperature sufficienti, acidificare correttamente e, se necessario, ricorrere a sostanze conservanti come il nitrito. L’uso di colture batteriche benefiche può inoltre aiutare a mantenere un ambiente ostile allo sviluppo del botulino.

La consapevolezza del rischio e la corretta informazione rappresentano il primo passo per proteggere sé stessi e la propria famiglia da una delle intossicazioni alimentari più gravi conosciute.

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Tags: Botulino

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