Roma, 28 agosto 2025 – Gli ospedali italiani si preparano a una stagione influenzale particolarmente impegnativa, avvertendo autorità e cittadini sulla necessità di un’organizzazione tempestiva e coordinata. A lanciare l’allarme è Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed, che richiama l’attenzione sull’esperienza australiana come indicatore delle sfide imminenti.
L’allarme dall’Australia: picco dei casi di influenza
Secondo i dati osservati in Australia meridionale, a luglio si è registrato il maggior numero di casi settimanali di influenza degli ultimi sei anni, con un incremento delle infezioni del 70% rispetto al 2024 e un aumento dei ricoveri del 50% nell’arco di due settimane. Inoltre, è stato segnalato il peggior aumento storico delle ore di servizio delle ambulanze, con un totale di 5.866 ore di ritardo. Questi dati rappresentano un campanello d’allarme per il nostro Paese, che si prepara a vivere una stagione influenzale tra le più gravose degli ultimi anni.
Misure urgenti per evitare il collasso del sistema sanitario
Guido Quici sottolinea la necessità di organizzare una seria campagna vaccinale, rivolta prioritariamente a personale sanitario, anziani e pazienti fragili, per ridurre l’impatto dell’epidemia. Inoltre, è fondamentale prevedere presidi territoriali dedicati alla gestione dei casi di influenza meno gravi, così da alleggerire la pressione sugli ospedali. Viene altresì evidenziata la necessità di colmare le carenze di personale sanitario, garantire percorsi separati durante il picco influenzale e organizzare i reparti per limitare la circolazione del virus.
Il presidente di Cimo-Fesmed avverte che intervenire solo quando il sistema sanitario sarà già in crisi sarebbe inutile: “Bisogna agire ora”. L’obiettivo è evitare l’affollamento dei Pronto soccorso, il blocco delle ambulanze in attesa di barelle e le assenze del personale sanitario per malattia. A questo si aggiunge la sfida di contrastare lo scetticismo vaccinale che ancora oggi spinge molti soggetti fragili a non proteggersi tempestivamente.
La situazione australiana, con i suoi dati allarmanti, funge da monito per un sistema sanitario che deve prepararsi preventivamente per affrontare un’autunno di grande pressione e rischio di sovraccarico.
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