Il morbillo torna a far preoccupare: ecco l’allarme dell’ISS e i dati sui casi in Italia e nel resto del mondo
Dall’inizio dell’anno al 30 giugno sono stati notificati 391 casi di morbillo in Italia, con un lieve calo nel mese di giugno rispetto a maggio. È quanto emerge dall’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che segnala inoltre la presenza di focolai in diverse regioni italiane e una situazione di diffusione globale del virus.
Dati e caratteristiche dei casi in Italia
Nel solo mese di giugno 2025, sono stati segnalati 52 nuovi casi di morbillo in 11 regioni italiane, con il 63,5% dei casi concentrati in Lombardia, Lazio e Calabria. L’età media dei pazienti è di 31 anni, ma l’incidenza più elevata si registra tra i bambini da 0 a 4 anni, con 19 casi segnalati in bambini sotto l’anno di età. Circa un terzo delle persone colpite ha sviluppato almeno una complicanza, tra cui epatite, polmonite, cheratocongiuntivite e diarrea. Tre casi di encefalite sono stati riscontrati in soggetti non vaccinati. Il 53,5% dei malati è stato ricoverato, mentre un ulteriore 14% ha fatto ricorso al pronto soccorso.
Il principale contesto di trasmissione rimane quello familiare, seguito da ambienti sanitari e ospedalieri. Circa il 20% delle infezioni è collegato a viaggi internazionali.
Morbillo: un rischio globale con necessità di vaccinazione
Gli esperti dell’ISS ribadiscono che il morbillo è una malattia altamente contagiosa, con il virus che può rimanere nell’aria e sulle superfici fino a due ore. Una persona infetta è contagiosa già quattro giorni prima della comparsa dell’esantema cutaneo, la manifestazione tipica della malattia. In tutto il mondo sono attivi diversi focolai, rendendo fondamentale la verifica dello stato vaccinale, soprattutto prima di intraprendere viaggi internazionali.
Il morbillo, causato da un virus del genere Morbillivirus, si manifesta con febbre alta, tosse, congiuntivite e un caratteristico esantema che si diffonde dal volto al resto del corpo. Nonostante la disponibilità di un vaccino efficace e sicuro da oltre sessant’anni, la malattia continua a causare elevati tassi di morbilità e mortalità, specialmente nei bambini piccoli e nelle aree a basso reddito.
L’ISS raccomanda pertanto la vaccinazione come unico strumento efficace per prevenire il contagio e le complicanze associate, che possono includere polmonite, encefalite e persino la morte. In Italia, la vaccinazione prevede due dosi, somministrate rispettivamente a 12 mesi e a 5 anni di età, garantendo una protezione superiore al 90%.
La situazione attuale, con focolai in diverse regioni italiane e nel mondo, sottolinea l’importanza di mantenere elevati livelli di copertura vaccinale per evitare la recrudescenza della malattia.






