Glasgow, 11 dicembre 2025 – L’efficacia di brodo e zuppe nel favorire una guarigione più rapida da infezioni respiratorie acute come influenza, raffreddore e persino Covid-19 è ormai sostenuta da evidenze scientifiche. Un recente approfondimento condotto da un team di ricercatori dell’Università della Scozia Occidentale ha analizzato quattro studi rigorosi, coinvolgendo complessivamente 342 partecipanti, che hanno valutato il consumo di diverse tipologie di zuppe: a base di pollo, d’orzo e di verdure.
I benefici delle zuppe nella convalescenza da infezioni respiratorie
Uno degli studi più significativi ha rilevato che i soggetti che assumevano regolarmente zuppe durante il periodo di malattia recuperavano fino a 2,5 giorni prima rispetto a chi non ne faceva uso. Inoltre, i sintomi tipici quali congestione nasale, affaticamento e mal di gola risultavano significativamente più attenuati. Gli esami di laboratorio hanno mostrato livelli ridotti di marcatori infiammatori, in particolare delle citochine IL-6 e TNF-alfa, note per il loro ruolo nell’amplificazione della risposta infiammatoria.
Meccanismi di azione e valore nutrizionale
L’ipotesi sottostante è che le zuppe, spesso arricchite con ingredienti antinfiammatori naturali come aglio, zenzero e cipolla, contribuiscano a modulare la risposta immunitaria, evitando un’infiammazione eccessiva che potrebbe aggravare la sintomatologia. Il calore del brodo favorisce inoltre la fluidificazione delle secrezioni mucose, migliorando la respirazione e il conforto generale.
Accanto ai vantaggi fisiologici, non va sottovalutato il valore psicologico: la preparazione e il consumo delle zuppe rappresentano un gesto di cura e conforto, un vero e proprio rimedio tradizionale che allevia lo stato di malessere.
Tradizione e varietà di zuppe nella cucina italiana e globale
La zuppa è un alimento storico, con origini antichissime risalenti al Paleolitico superiore, quando si iniziava a utilizzare il calore per cuocere gli alimenti. In Italia, la tradizione culinaria offre numerose interpretazioni, tra cui la vellutata di zucca, il minestrone di verdure e la ribollita toscana, tutte ricche di nutrienti e ideali per la stagione fredda.
La distinzione tra zuppa e minestra si basa principalmente sulla consistenza e sugli ingredienti: la zuppa, generalmente più liquida e priva di pasta o riso, viene spesso servita con crostini di pane tostato per addensarla. Varianti come la vellutata e la crema si caratterizzano per la consistenza cremosa e uniforme, ottenuta dalla frullatura degli ingredienti principali.
L’attenzione crescente verso un’alimentazione equilibrata e il benessere ha portato a riscoprire questi piatti come alleati preziosi non solo per il gusto ma anche per la salute, soprattutto in un contesto post-pandemico dove il supporto al sistema immunitario è diventato centrale. Le ricette moderne, pur mantenendo la tradizione, includono ingredienti funzionali e superfood, adattandosi alle esigenze nutrizionali contemporanee.
L’Università della Scozia Occidentale, che ha promosso la ricerca sulla correlazione tra consumo di zuppe e miglioramento clinico, rappresenta oggi un polo di eccellenza anche per la formazione in ambito sanitario e nutrizionale, con strutture moderne e un corpo docente qualificato, capace di coniugare tradizione e innovazione scientifica.





