I gliomi cerebrali rappresentano una delle forme più comuni e complesse di tumori primari del sistema nervoso centrale (SNC), coinvolgendo le cellule gliali che supportano e proteggono i neuroni. La recente scomparsa dell’attrice statunitense Kelley Mack, a soli 33 anni, a causa di complicazioni legate a un glioma cerebrale, ha riportato sotto i riflettori l’importanza di una corretta conoscenza e gestione di questa patologia.
Glioma cerebrale: classificazione e caratteristiche della malattia di Kelley Mack
La giovane attrice Kelley Mack è morta a causa di complicazioni legate a un glioma del sistema nervoso centrale. Ma cosa sono? I gliomi sono tumori che originano dalle cellule gliali, con i sottotipi più comuni rappresentati da astrocitomi, oligodendrogliomi ed ependimomi. Questi tumori possono essere classificati in base al loro grado di malignità, secondo la classificazione della World Health Organization (WHO), che li suddivide in quattro livelli (I-IV). I gliomi di basso grado (LGG) comprendono tumori meno aggressivi (grado I e II), mentre quelli di alto grado (HGG) sono più maligni e aggressivi (grado III e IV), come il glioblastoma, che rappresenta oltre il 50% dei casi.
La recente classificazione molecolare ha introdotto un elemento fondamentale: la presenza di mutazioni nel gene IDH (isocitrate dehydrogenase). I gliomi con mutazione IDH, che includono l’astrocitoma IDH-mutato e l’oligodendroglioma IDH-mutato, presentano un profilo biologico e prognostico differente rispetto al glioblastoma classico, aprendo nuove possibilità di diagnosi e trattamento.
Sintomi, cause e diagnosi dello glioma
I sintomi dello glioma cerebrale variano a seconda della localizzazione e della dimensione del tumore. Tra i segnali più comuni si riscontrano:
– Debolezza o intorpidimento di un lato del corpo
– Cambiamenti dell’umore e della personalità
– Crisi epilettiche, spesso la prima manifestazione clinica
– Cefalea persistente, nausea e vomito
– Disturbi visivi come diplopia e perdita dell’acutezza visiva
– Problemi cognitivi e di memoria in forme più avanzate
– Problemi di scrittura (con presenza sul lobo parietale)
Le cause precise che portano allo sviluppo del glioma rimangono sconosciute. Tuttavia, alcuni fattori di rischio sono stati identificati, tra cui esposizione a radiazioni ionizzanti, e alcune sindromi genetiche come la sindrome di Cowden, Turcot, Lynch, Li-Fraumeni e neurofibromatosi di tipo I e II.
La diagnosi si basa principalmente su tecniche di neuroimaging come la risonanza magnetica (RM) con mezzo di contrasto, che consente di visualizzare la massa tumorale e definirne l’estensione. In molti casi, soprattutto per stabilire l’esatta natura molecolare e istologica del tumore, si procede con una biopsia cerebrale.
Terapie e gestione del glioma cerebrale
Il trattamento del glioma cerebrale è multidisciplinare e varia a seconda del tipo, grado e localizzazione del tumore. L’intervento chirurgico rappresenta il primo passo fondamentale, con l’obiettivo di rimuovere completamente o parzialmente la massa tumorale. Negli ultimi anni, la chirurgia ha beneficiato di importanti innovazioni tecnologiche come la neuronavigazione, la fluorescenza intraoperatoria, il mapping cerebrale e la cosiddetta awake surgery, che permettono di massimizzare la rimozione del tumore rispettando le funzioni neurologiche.
La radioterapia viene utilizzata come trattamento adiuvante dopo l’intervento o come alternativa nei casi in cui la chirurgia non sia possibile per la posizione critica del tumore. La chemioterapia, spesso associata alla radioterapia nei gliomi ad alto grado come il glioblastoma, rappresenta un ulteriore strumento terapeutico. Farmaci come la temozolomide sono al centro degli attuali protocolli di cura, mentre la chemioterapia classica con PCV (procarbazina, lomustina, vincristina) viene impiegata soprattutto in casi selezionati.
Un aspetto importante riguarda la prognosi: i gliomi di basso grado hanno una sopravvivenza media che può superare i 5-10 anni, mentre quelli di alto grado sono purtroppo caratterizzati da una progressione più rapida e una prognosi più infausta.
Il caso di Kelley Mack e l’impatto del glioma
La morte prematura di Kelley Mack, nota per il ruolo di Addy nella serie “The Walking Dead”, ha acceso l’attenzione sul glioma cerebrale. La giovane attrice ha combattuto contro questa malattia debilitante, condividendo pubblicamente la sua esperienza, inclusa la radioterapia protonica a cui si è sottoposta per contrastare la crescita tumorale. La sua storia evidenzia quanto questa patologia possa compromettere progressivamente le funzioni neurologiche e richieda un supporto multidimensionale, sia medico che psicologico.
Come ha ricordato la sorella in un commovente post social, Kelley ha affrontato la malattia con coraggio e determinazione, fino alla fine. La sua vicenda sottolinea l’importanza di una diagnosi precoce, un trattamento tempestivo e il sostegno emotivo nel percorso di cura dei pazienti affetti da glioma.
Lo studio e la ricerca continuano a migliorare la comprensione di questi tumori cerebrali, con l’obiettivo di sviluppare terapie sempre più mirate e efficaci, capaci di migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza di chi ne è colpito.

