L’innalzamento delle malattie infiammatorie intestinali tra gli adolescenti sta diventando allarmante: ecco tutti i numeri
La Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI), che si celebra ogni 19 maggio, rappresenta un’importante opportunità per riflettere su un fenomeno preoccupante: l’aumento delle diagnosi di queste patologie tra i giovani, in particolare gli adolescenti. Negli ultimi 15 anni, le diagnosi di malattia di Crohn e colite ulcerosa tra gli under 20 sono cresciute del 25%, sottolineando la necessità di prestare maggiore attenzione a questa fascia di popolazione.
Un incremento allarmante
La situazione è davvero preoccupante, come dimostra uno studio statunitense pubblicato sulla rivista Gastroenterology. Questa ricerca ha analizzato i dati di circa 2,7 milioni di individui tra i 4 e i 20 anni, rivelando un incremento del 22% per la malattia di Crohn e del 29% per la colite ulcerosa dal 2011 a oggi. Questi dati sono particolarmente inquietanti, poiché nei giovanissimi i sintomi delle MICI – che includono diarrea, urgenza intestinale, dolore e stanchezza cronica – possono avere un impatto devastante sulla qualità della vita.
Le conseguenze sociali e scolastiche
Un’indagine condotta dall’Associazione AMICI Italia su un campione di pazienti tra i 7 e i 20 anni ha messo in luce ulteriori problematiche sociali e scolastiche. Il 50% dei giovani intervistati ha riportato difficoltà di socializzazione, mentre il 44% si reca a scuola anche in condizioni di malessere per evitare il giudizio altrui. Inoltre, il 40% ha paura di utilizzare i bagni pubblici, e un quarto di loro ha subito episodi di derisione a causa della malattia. Sorprendentemente, solo il 17% ha accesso a percorsi di supporto psicologico, evidenziando una mancanza di risorse e attenzione nei confronti di un problema crescente.
L’importanza del supporto e dell’inclusione
Mara Pellizzari, presidente di AMICI Italia, sottolinea l’importanza di garantire il diritto allo studio e alla salute per questi giovani. “La loro esclusione sociale è inaccettabile in una scuola che aspira a essere inclusiva”, afferma. Anche Salvo Leone, presidente dell’European Federation of Crohn and Ulcerative Colitis Associations, evidenzia come i giovani pazienti spesso si sentano isolati e non compresi, con una richiesta di maggiore informazione nelle scuole e di un supporto psicologico adeguato.
Le difficoltà quotidiane di chi vive con una malattia cronica non si limitano agli aspetti fisici. L’impatto emotivo è significativo: gli adolescenti affrontano insicurezze e paure per il futuro, insieme alla pressione di normalità che spesso sembra inaccessibile. La diagnosi precoce rappresenta un passo fondamentale, poiché molti giovani ricevono una diagnosi solo dopo mesi o anni di sintomi trascurati.
È quindi cruciale un approccio integrato che preveda un’educazione adeguata per insegnanti e personale scolastico, oltre a regole chiare per le assenze e un’attenzione particolare alle diete speciali nelle mense scolastiche. Investire nel supporto psicologico e nei gruppi di sostegno tra pari potrebbe fare la differenza, creando spazi di ascolto e comprensione. Questi giovani non vogliono essere definiti solo dalla loro malattia; desiderano sentirsi come tutti gli altri, desiderosi di vivere una vita piena e soddisfacente.






