Roma, 8 ottobre 2024 – La crisi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) si aggrava, con un pesante ridimensionamento delle risorse pubbliche e un progressivo aumento dei costi a carico delle famiglie. È quanto emerge dall’ottavo Rapporto della Fondazione Gimbe, presentato oggi presso la Camera dei Deputati, che fotografa una situazione di grave disagio e inefficienza nel sistema sanitario pubblico italiano.
Gimbe denuncia il calo delle risorse e l’aumento della spesa privata
Secondo il Rapporto Gimbe, negli ultimi tre anni la sanità pubblica ha perso 13,1 miliardi di euro, nonostante un incremento nominale del Fondo Sanitario Nazionale (FSN) di 11,1 miliardi nel triennio 2023-2025. Il motivo è da ricercarsi nella diminuzione della percentuale del FSN sul PIL, passato dal 6,3% del 2022 al 6% del 2023, con una lieve risalita al 6,1% nel 2024-2025. Parallelamente, la spesa sanitaria privata sostenuta dalle famiglie ammonta a 41,3 miliardi di euro, con la conseguenza che un italiano su dieci ha dovuto rinunciare alle cure, spesso per ragioni economiche.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, ha definito tale situazione una “lenta agonia del SSN”, che rischia di aprire la strada a un sistema sanitario sempre più privatizzato e diseguale. “Continuare a distogliere lo sguardo significa condannare milioni di persone a rinunciare al diritto fondamentale alla salute”, ha sottolineato Cartabellotta.
Ritardi nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e criticità del personale
Un ulteriore elemento critico riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dedicato alla salute: solo il 4,4% delle case della comunità è pienamente operativo, a dimostrazione dei ritardi nell’attuazione delle riforme previste. Inoltre, nonostante l’Italia sia al secondo posto in Europa per numero di medici, il Rapporto evidenzia una carenza significativa di infermieri, con un personale sanitario sempre più demotivato e incline ad abbandonare il settore pubblico.
Il presidente Gimbe ha inoltre richiamato la necessità di una convergenza di sforzi tra Governo, Regioni e Asl per trasformare le risorse disponibili in servizi accessibili e di qualità. Senza un deciso cambio di rotta, ha ammonito, il SSN rischia di diventare un privilegio per pochi, con un aumento delle disuguaglianze e un pesante indebitamento per le future generazioni.

