Proseguono a ritmo serrato le indagini dell’Ats Città Metropolitana di Milano per fare luce sull’origine del focolaio di legionella che ha colpito il quartiere San Siro. Sono stati già segnalati 11 casi di legionellosi, con un bilancio drammatico di una persona deceduta e otto ricoverati in ospedale.
Legionella a Milano: campionamenti e indagini ambientali in corso
Le attività di campionamento nelle abitazioni dei residenti di via Rembrandt e l’analisi di altri ambienti sensibili del quartiere sono in corso, ma gli esiti di laboratorio non sono ancora disponibili. L’Agenzia Tutela della Salute (Ats) sottolinea che i casi individuati presentano fattori di rischio predisponenti per l’infezione da legionella. L’agenzia sta inoltre conducendo una costante sorveglianza epidemiologica per monitorare l’evolversi della situazione.
Il batterio della legionella si diffonde attraverso l’inalazione di minuscole goccioline di acqua contaminata (aerosol), tipicamente generate da impianti idrici domestici, come docce e rubinetti, o da sistemi di climatizzazione come le torri evaporative. Non c’è alcun rischio di trasmissione da persona a persona o attraverso l’acqua potabile.
Le parole dell’esperto Bassetti
Il professor Matteo Bassetti, ordinario di Malattie infettive all’Università di Genova e direttore della clinica infettivologica del Policlinico San Martino, ha confermato all’ANSA il sospetto focolaio nel quartiere milanese. “La legionella è un microrganismo che può provocare polmoniti molto gravi, spesso con interessamento multiorgano, inclusi polmoni, cervello, fegato e reni”, ha spiegato Bassetti. Ha evidenziato l’importanza della prevenzione e dei controlli negli impianti acquedottistici e di climatizzazione per evitare la colonizzazione da parte del batterio.
Le attività di monitoraggio e di indagine ambientale proseguiranno nelle prossime settimane per circoscrivere e risolvere il problema, evitando ulteriori contagi in questa zona densamente abitata della città.






