Un sospetto caso di febbre emorragica da virus di Marburg è stato segnalato all’ospedale Cardinal Massaia di Asti. Il paziente, un uomo di 81 anni residente in provincia, si è presentato al pronto soccorso con febbre alta e sintomi gastrointestinali dopo un recente viaggio in Etiopia, zona in cui sono stati documentati focolai di questa grave malattia virale.
La situazione clinica e le misure precauzionali
L’anziano è stato immediatamente ricoverato nel reparto di Malattie infettive e posto in isolamento. La direzione medica ha adottato tutte le misure di sicurezza per prevenire qualsiasi possibile contagio, impedendo il contatto con altri pazienti. I campioni ematici prelevati sono stati inviati all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma per confermare la diagnosi. Il paziente, al momento stabile dal punto di vista clinico, è sottoposto a stretto monitoraggio. Nel caso in cui la diagnosi venga confermata, è previsto il trasferimento in una struttura dotata di adeguati protocolli di sicurezza. È stata inoltre attivata la catena di allerta a livello locale, regionale e nazionale coinvolgendo il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP), il Dipartimento regionale Dirmei e lo Spallanzani.
Che cos’è la febbre emorragica di Marburg e come si manifesta
Il virus di Marburg, appartenente alla famiglia delle Filoviridae come il virus Ebola, è trasmesso all’uomo principalmente dai pipistrelli della frutta, considerati il serbatoio naturale. L’infezione si propaga tra gli esseri umani tramite contatto diretto con fluidi corporei infetti o superfici contaminate. La malattia, nota anche come malattia da virus Marburg (MVD), ha un periodo di incubazione che va dai 2 ai 21 giorni e si presenta con febbre alta, forti cefalee, dolori muscolari e sintomi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea. Nei casi più gravi, entro la prima settimana si sviluppano manifestazioni emorragiche, inclusi sanguinamenti cutanei e mucosi, e complicanze neurologiche. Il tasso di mortalità varia dal 24% all’88%, influenzato dal ceppo virale e dalla tempestività delle cure di supporto.
Trasmissione e prevenzione
L’esposizione a grotte o miniere abitate da pipistrelli rappresenta un importante fattore di rischio. La trasmissione interumana avviene soprattutto nelle fasi avanzate della malattia e attraverso il contatto diretto con sangue, saliva, urine, feci, vomito e sperma di persone infette. L’adozione di dispositivi di protezione individuale, l’isolamento dei casi sospetti e il tracciamento dei contatti sono essenziali per contenere la diffusione del virus. Attualmente non esistono vaccini o antivirali specifici per il virus di Marburg; il trattamento si basa su cure di supporto quali idratazione, ossigenoterapia e monitoraggio delle complicanze.
Le autorità sanitarie di Asti e Piemonte mantengono alta la vigilanza sanitaria, in un contesto dove la città si conferma come un importante polo di riferimento per la salute pubblica regionale.
