Diagnosi precoce, gestione personalizzata e tecnologie innovative stanno migliorando la vita dei pazienti con diabete giovanile in Italia, dove circa 300mila persone sono affette da questa malattia. L’aumento della prevalenza del diabete di tipo 1 è accompagnato da una diminuzione della mortalità. Le nuove terapie, inclusi gli anticorpi monoclonali, offrono speranze per il futuro e puntano sull’immuno-diabetologia
Negli ultimi trent’anni, il panorama del diabete giovanile ha subito cambiamenti significativi, come emerso durante il forum internazionale “Panorama Diabete” a Riccione, organizzato dalla Società Italiana di Diabetologia (SID). Oggi, in Italia, circa 300.000 persone convivono con il diabete di tipo 1, una malattia autoimmune che colpisce principalmente i giovani. I dati presentati mostrano un aumento della prevalenza della malattia, che è passata da 400 a 514 casi ogni 100.000 abitanti dal 1990 al 2019, un incremento del 28%. Questo aumento è in gran parte attribuibile a una diagnosi più precoce e a una maggiore consapevolezza della malattia.
Mortalità in calo
Nonostante l’aumento delle diagnosi, è incoraggiante notare che la mortalità associata al diabete giovanile è in calo. I tassi di mortalità sono diminuiti da 4,7 a 3,5 casi ogni 100.000 pazienti nello stesso periodo. Raffaella Buzzetti, presidente della SID e figura di spicco nel campo dell’endocrinologia, ha sottolineato che i progressi nelle tecnologie mediche e nelle terapie hanno giocato un ruolo cruciale nel migliorare la qualità della vita dei pazienti. L’uso di insuline moderne, il monitoraggio continuo della glicemia, i microinfusori e le applicazioni di gestione del diabete sono solo alcune delle innovazioni che hanno reso la gestione della malattia più efficace.
Ricerca e innovazione
Una delle aree di ricerca emergenti è l’immunodiabetologia, che esplora l’uso di anticorpi monoclonali per ritardare l’insorgenza del diabete giovanile. Un esempio è il teplizumab, che è stato somministrato per la prima volta a Palermo ad aprile 2025. Queste terapie, sebbene ancora sperimentali, potrebbero rappresentare un passo importante verso la modulazione della risposta autoimmune e la preservazione della funzione insulinica.
Prospettive future
Inoltre, le nuove terapie beta cellulari sostitutive, che mirano a ripristinare la secrezione insulinica, stanno anche catturando l’interesse della comunità scientifica. Questi sviluppi suggeriscono che, sebbene il diabete di tipo 1 rimanga una sfida, le prospettive per i giovani pazienti sono più promettenti che mai, grazie a un continuo progresso nella ricerca e nella terapia.






