Ci sono novità importanti nella cura del diabete di tipo 1: una nuova cura con infusione di terapia cellulare ha guarito 10 pazienti
Una nuova frontiera si apre nella cura del diabete di tipo 1, la malattia autoimmune che colpisce prevalentemente giovani pazienti, costringendoli a una vita con somministrazione continua di insulina. Dopo anni di sperimentazioni infruttuose, arriva dalla University of Toronto un importante risultato clinico: dieci pazienti con diabete insulino-dipendente sono riusciti a interrompere la terapia insulinica grazie a una singola infusione di cellule staminali produttrici di insulina.
Terapia cellulare rivoluzionaria per il diabete di tipo 1: i dati dello studio
Lo studio, pubblicato sul prestigioso The New England Journal of Medicine, ha coinvolto 14 pazienti provenienti da diversi paesi ed è stato condotto da ricercatori dell’Università di Toronto. La terapia utilizza zimislecel, un prodotto sviluppato dalla Vertex Pharmaceuticals, che consiste in un’infusione di cellule beta pancreatiche derivate da donatori deceduti. Queste cellule, somministrate in associazione a immunosoppressori, hanno ripristinato la funzione fisiologica delle isole pancreatiche, migliorando significativamente il controllo glicemico nei pazienti.
Dieci dei pazienti trattati hanno raggiunto l’indipendenza dall’insulina, con un controllo glicemico stabile e senza episodi di ipoglicemia grave nell’ultimo anno. Questo approccio offre un’alternativa promettente e potenzialmente scalabile rispetto alla terapia insulinica a vita e ai tradizionali trapianti di isole pancreatiche. Attualmente è in corso uno studio clinico di fase più avanzata, che coinvolge un numero maggiore di pazienti e tempi di follow-up più lunghi.
Approvazione FDA e prospettive future
Parallelamente, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha recentemente approvato la prima terapia cellulare per il trattamento del diabete di tipo 1 complicato da episodi ricorrenti di ipoglicemia grave: donislecel (nome commerciale Lantidra), sviluppato dall’azienda CellTrans Inc. Questa terapia, simile a zimislecel, prevede un’unica infusione delle cellule beta pancreatiche nella vena porta epatica, con la possibilità di una seconda infusione in base alla risposta del paziente.
Gli studi clinici condotti hanno evidenziato che 21 pazienti su 30 sono rimasti indipendenti dall’insulina per almeno un anno, con 10 di essi che hanno mantenuto tale condizione per oltre cinque anni. Gli effetti collaterali più frequenti sono stati legati alla terapia immunosoppressiva necessaria per evitare il rigetto delle cellule infuse.
L’approvazione di questa terapia rappresenta un significativo passo avanti nella gestione del diabete tipo 1 “fragile”, una forma rara e complessa della malattia che interessa circa tre persone su mille con diabete insulino-dipendente e che comporta gravi difficoltà nel controllo glicemico.
Questi sviluppi scientifici riflettono un impegno crescente nel campo delle terapie avanzate per il diabete, con numerose aziende e istituti di ricerca impegnati nello sviluppo di soluzioni innovative, come le cellule beta biostampate in 3D, la modifica genetica delle cellule e nuovi sistemi impiantabili per il rilascio controllato di insulina.






