Padova, 7 agosto 2025 – Le malattie trombotiche continuano a rappresentare una delle principali cause di mortalità e di ricovero ospedaliero in Italia e nel mondo. Recenti studi condotti dall’Università degli Studi di Padova, coordinati da Vincenzo De Filippis del Dipartimento di Scienze del Farmaco, hanno fatto luce su alcuni meccanismi molecolari che spiegano l’insorgenza delle trombosi in seguito a infezioni da Sars-CoV-2, il virus responsabile della pandemia di Covid-19.
Il ruolo diretto della proteasi Mpro nella trombosi da Sars-CoV-2
Le evidenze cliniche hanno già da tempo indicato che le infezioni virali, tra cui quelle da Sars-CoV-2, rappresentano un importante fattore di rischio per lo sviluppo di patologie trombotiche. La malattia Covid-19, in particolare nelle sue forme più gravi, provoca una forte attivazione della risposta immunitaria e un massiccio rilascio di proteine pro-infiammatorie, come le citochine e la bradichinina, che a loro volta favoriscono l’attivazione della coagulazione.
Tuttavia, lo studio pubblicato su Communications Biology dall’Università di Padova ha dimostrato che il virus può attivare la cascata coagulativa anche per via diretta. Il meccanismo coinvolge la proteasi principale del virus, denominata Mpro, un enzima capace di tagliare i legami chimici nelle proteine. Mpro è responsabile della produzione delle subunità proteiche che formano il guscio virale indispensabile alla sopravvivenza del virus. Questo enzima, rilasciato dal virus nello spazio extracellulare, è in grado di circolare nel sangue e in altri fluidi biologici, attivando direttamente la cascata della coagulazione e favorendo così la formazione di coaguli patologici.
Implicazioni terapeutiche e prospettive future
La scoperta di questo meccanismo molecolare apre nuove prospettive per lo sviluppo di farmaci specifici. Mpro rappresenta un bersaglio molecolare ideale per la progettazione di nuove terapie che non solo blocchino la maturazione del virus, ma anche l’attivazione anomala della coagulazione, riducendo così il rischio trombotico associato a Covid-19.
Le malattie trombotiche, infatti, possono manifestarsi come patologie indipendenti o in associazione a condizioni croniche come diabete, cancro e malattie autoimmuni. Nel contesto della pandemia, la comprensione approfondita di questi meccanismi rappresenta un passo cruciale per migliorare la gestione clinica dei pazienti con Covid-19, soprattutto quelli con forme gravi.
L’Università di Padova, con questa ricerca all’avanguardia, conferma il proprio ruolo di eccellenza nel campo della ricerca biomedica, contribuendo a delineare con maggior precisione i fattori che collegano infezioni virali e trombosi, un tema di grande rilevanza clinica e sociale.






