La maculopatia è una patologia che colpisce la retina e compromette progressivamente la visione centrale, rendendo difficili molte attività quotidiane come leggere, guidare o riconoscere i volti. È una malattia che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, poiché la parte centrale della retina – la macula – è responsabile della visione nitida e dei dettagli.
Esistono due principali forme di maculopatia: la forma secca (atrofica) e la forma umida (essudativa). Quest’ultima è la più grave e si caratterizza per una rapida evoluzione. È proprio la forma umida quella di cui soffre la conduttrice Mara Venier, che ha raccontato pubblicamente le difficoltà legate alla malattia: “A volte non riesco a vedere”, ha dichiarato durante una puntata di Domenica In, aggiungendo poi: “Finita la puntata, vado a fare l’intervento”.
Le due forme principali di maculopatia: secca e umida
La maculopatia umida (essudativa) è causata dalla crescita anomala di nuovi vasi sanguigni sotto la retina. Questi vasi, fragili e irregolari, tendono a rompersi, causando perdite di sangue o di liquidi nella macula. Il risultato è un danno alle cellule retiniche che compromette la visione centrale. Secondo la Società Oftalmologica Italiana (SOI), questa forma evolve rapidamente e i primi sintomi possono includere visione centrale sfocata, distorsione delle immagini (note come metamorfopsie), difficoltà di lettura e problemi nel riconoscere i volti.
La maculopatia secca (atrofica), invece, progredisce molto più lentamente. È caratterizzata da un progressivo assottigliamento della retina che porta all’atrofia della regione maculare. Come spiega il dottor Giovanni Bolzoni, dell’Unità Operativa di Oculistica dell’Istituto Clinico San Siro del Gruppo San Donato, “ciò conduce ad atrofia della regione maculare, con la formazione di una cicatrice che ricorda una carta geografica e impedisce la visione centrale”.
Questa forma può essere gestita con un attento monitoraggio clinico, visite oculistiche periodiche e, in alcuni casi, con integratori specifici prescritti dallo specialista, utili a rallentare la progressione della malattia. In entrambi i casi, la maculopatia non provoca cecità totale: la visione periferica rimane infatti intatta. Tuttavia, riconoscere i sintomi precocemente e intervenire in tempo, soprattutto nella forma umida, è fondamentale per preservare il più possibile la vista centrale.

Una malattia diffusa e multifattoriale
In Italia si stima che circa un milione di persone soffrano di maculopatia, con un’incidenza che aumenta sensibilmente dopo i 60 anni. La forma più comune è quella legata all’età, nota come degenerazione maculare senile.
La maculopatia è considerata una malattia multifattoriale, ovvero determinata da diversi elementi di rischio. Tra i principali si trovano l’età avanzata, il colesterolo alto, l’ipertensione, il fumo, l’abuso di alcolici, una dieta povera di antiossidanti e l’eccessiva esposizione alla luce solare. Anche la predisposizione genetica gioca un ruolo importante: uno studio recente ha individuato almeno 34 loci e 52 varianti geniche associate alla malattia. Altre ricerche hanno inoltre evidenziato come l’infiammazione possa contribuire in modo decisivo allo sviluppo della maculopatia, in particolare della forma umida.
I sintomi della maculopatia
I sintomi iniziali possono essere sfumati e facilmente confusi con disturbi visivi comuni, ma è importante riconoscerli precocemente. Le persone affette da maculopatia, sia secca che umida, possono notare distorsioni visive, come linee rette che appaiono piegate o ondulate, e una riduzione della visione centrale in uno o entrambi gli occhi.
Altri segnali frequenti sono la necessità di una luce più intensa per leggere o lavorare da vicino, la difficoltà ad adattarsi a condizioni di scarsa illuminazione (per esempio quando si entra in un ambiente buio), un aumento della sfocatura delle parole stampate, la difficoltà nel riconoscere i volti e la comparsa di un punto sfocato o cieco nel campo visivo.
È importante sottolineare che la maculopatia non compromette la visione laterale, motivo per cui non porta mai a una cecità completa. Tuttavia, la perdita della visione centrale può limitare fortemente l’autonomia di chi ne è affetto.
Trattamenti e interventi
Il trattamento della maculopatia varia a seconda della forma della malattia. Per la forma secca, non esiste ancora una terapia risolutiva. Il trattamento si basa sull’assunzione di integratori mirati alla salute della retina, contenenti sostanze come luteina, zeaxantina, astaxantina, zinco, rame e vitamine C ed E, che possono rallentare la progressione del danno. In anni recenti, tuttavia, sono stati registrati progressi significativi grazie a un innovativo impianto oculare che ha dimostrato di poter offrire un parziale ripristino della vista nei pazienti in stadio avanzato della malattia.
Nel caso della maculopatia umida, invece, le terapie mirano a bloccare la crescita dei vasi sanguigni anomali che causano il danno retinico. Il trattamento di riferimento è rappresentato dalle iniezioni intravitreali di farmaci antiangiogenici, che agiscono direttamente nell’occhio riducendo la formazione di nuovi vasi.
Esistono poi altre opzioni terapeutiche, come la fotocoagulazione laser, che distrugge i vasi anomali senza compromettere il tessuto retinico circostante, e la terapia fotodinamica, in cui viene utilizzato un farmaco fotosensibilizzante, la verteporfina, attivato da un laser a bassa intensità per occludere i vasi di nuova formazione.
L’importanza della diagnosi precoce
La maculopatia non può essere prevenuta del tutto, ma una diagnosi precoce è fondamentale per limitarne gli effetti e rallentare la perdita della vista. Controlli regolari dall’oculista, soprattutto dopo i 60 anni, e attenzione ai primi segnali visivi sono passi essenziali per proteggere la propria salute oculare e preservare la qualità della vita anche in presenza della malattia.

