Roma, 8 agosto 2025 – In seguito ai recenti casi di inttosicazione da botulino verificatisi in Calabria e Sardegna, con esiti anche mortali, il professor Paolo Maurizio Soave, responsabile del Centro Antiveleni della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, ha ribadito l’importanza di un intervento tempestivo per contrastare questa grave intossicazione causata dalla tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum.
Intossicazione da botulino: sintomi e decorso della malattia
L’intossicazione da botulino, il botulismo, è una malattia neuro-paralitica causata dalle tossine botuliniche, che si manifesta con una paralisi discendente, ovvero una progressiva compromissione delle funzioni muscolari che parte dalla testa e si estende verso il basso. Come spiega Soave, “Il primo sintomo, spesso aspecifico e tardivo, può essere una stitichezza inspiegabile“, che raramente suscita allarme. Successivamente, si sviluppano segnali più evidenti come la secchezza intensa delle fauci, difficoltà nel parlare, e disturbi visivi quali abbassamento delle palpebre, visione doppia o offuscata.
In una fase avanzata, possono insorgere problemi di deglutizione e difficoltà respiratorie, situazioni che richiedono il ricovero urgente e, nei casi più gravi, la ventilazione meccanica mediante intubazione, una procedura salvavita ma non priva di rischi di complicanze.
Diagnosi precoce e trattamento
L’intervento rapido è essenziale per limitare la progressione della tossina. In presenza di sintomi sospetti, è fondamentale rivolgersi immediatamente al pronto soccorso o contattare un centro antiveleni per una valutazione clinica tempestiva. Il trattamento si basa sia sul controllo dei sintomi che sulla somministrazione dell’antidoto, un siero contenente antitossine botuliniche distribuito dal Ministero della Salute.
Tuttavia, come sottolinea Soave, “L’antidoto non è un rimedio curativo, ma serve a bloccare la diffusione della tossina“. Il recupero, che può durare da alcune settimane fino a diversi mesi, è generalmente positivo se il trattamento viene avviato precocemente.
Il botulismo alimentare rappresenta la forma più comune in Italia, spesso collegata al consumo di conserve fatte in casa, soprattutto di vegetali sott’olio, carne e pesce in scatola. A livello nazionale, la malattia è soggetta a notifica obbligatoria dal 1975, con un sistema di sorveglianza rafforzato grazie all’Istituto Superiore di Sanità e al Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo.
Le raccomandazioni per la prevenzione includono rigorose norme igieniche nella preparazione e conservazione degli alimenti, evitando soprattutto cibi fatti in casa senza adeguate garanzie di sicurezza. Inoltre, la disinfezione accurata delle ferite è fondamentale per prevenire il botulismo da ferita.
In sintesi, la chiave per limitare la gravità di questa rara ma pericolosa intossicazione risiede nella diagnosi precoce e nel tempestivo trattamento medico, con un’attenzione particolare ai primi segnali clinici che spesso possono essere sottovalutati.





