Una bambina di 3 anni in Messico è morta a causa di complicanze respiratorie legate all’infezione da influenza aviaria H5N1. Ricoverata dal venerdì scorso, è il primo decesso segnalato nel Paese. 38 contatti sono risultati negativi e il rischio di trasmissione è considerato basso
Una tragica notizia scuote il Messico: una bambina di soli tre anni originaria dello Stato di Durango è deceduta a causa di complicanze respiratorie legate all’infezione da influenza aviaria H5N1. Il decesso, avvenuto l’8 aprile 2025, segna il primo caso mortale di H5N1 nel Paese, secondo quanto dichiarato dalle autorità sanitarie messicane.
La piccola era stata ricoverata in ospedale venerdì scorso, in gravi condizioni, dopo essere risultata positiva al virus. Le sue condizioni si sono rapidamente aggravate, portando purtroppo al decesso. In seguito alla scoperta del caso, le autorità hanno avviato un monitoraggio attento delle persone che avevano avuto contatti con la bambina. Finora, 38 di queste sono risultate negative al virus, e non sono stati segnalati altri casi umani legati all’infezione.
L’influenza aviaria H5N1: un virus preoccupante
L’influenza aviaria H5N1 è un virus che ha suscitato preoccupazione a livello globale, in quanto è noto per la sua capacità di diffondersi tra gli uccelli e, in rari casi, tra gli esseri umani. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dal 2003 fino al 12 dicembre 2024, ci sono stati 464 decessi umani attribuiti a questo virus in tutto il mondo. La maggior parte di questi decessi è avvenuta in Vietnam, Egitto, Indonesia e Cambogia, con un significativo calo dei casi mortali dopo il 2019. Anche negli Stati Uniti, il mese di gennaio ha visto il primo decesso legato all’H5N1 in un caso isolato.
Rischi e misure preventive
Le autorità sanitarie messicane hanno ribadito che il rischio di ulteriore trasmissione del virus tra gli esseri umani rimane basso, sottolineando che le infezioni da H5N1 tra gli uomini sono rare. Tuttavia, la situazione attuale richiede un monitoraggio costante, vista la presenza del virus tra gli uccelli selvatici e la possibilità di una mutazione che potrebbe facilitare il contagio tra gli esseri umani.






