Arezzo, 12 agosto 2025 – Un caso di infezione da virus West Nile è stato diagnosticato in una paziente ricoverata presso l’ospedale San Donato di Arezzo, come confermato dall’Asl Toscana sud est. La donna, un’85enne residente nel Lazio, è giunta in ospedale con febbre e sintomi neurologici in progressivo peggioramento ed è stata immediatamente ricoverata in rianimazione. Gli esami hanno evidenziato la presenza di anticorpi IgM specifici per il virus, confermando la diagnosi di malattia da West Nile virus.
Contagio da virus West Nile avvenuto fuori dalla Toscana
L’Asl ha precisato che il contagio non è avvenuto in Toscana, ma nella zona di residenza della paziente, nel Lazio, dove si registrano già altri casi. La donna è infatti arrivata direttamente ad Arezzo senza aver soggiornato in territorio toscano. Secondo Danilo Tacconi, direttore della Uoc malattie infettive della Asl Toscana sud est, “non ci sono rischi per la cittadinanza” ed “è importante evitare ogni tipo di allarmismo”. Il virus West Nile, infatti, è trasmesso principalmente tramite la puntura di zanzare infette, mentre la trasmissione interumana è rara e limitata a casi particolari come trapianti o trasfusioni.
Situazione nel Lazio e misure di prevenzione
Il caso di Arezzo si inserisce in un contesto regionale più ampio, dove il Lazio ha registrato 136 positività al virus West Nile nel 2025, con nove decessi. La Regione ha esteso le misure di prevenzione anche alla Asl Roma 3 e ha istituito un tavolo tecnico in Campidoglio per coordinare le azioni di controllo e prevenzione, coinvolgendo istituzioni e servizi locali.
La prevenzione si basa principalmente sulla riduzione dell’esposizione alle punture di zanzara: uso di repellenti, protezione delle abitazioni con zanzariere e rimozione di ristagni d’acqua per limitare la proliferazione degli insetti vettori. Non esistendo un vaccino, queste misure restano fondamentali per contenere la diffusione del virus.
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