Roma, 17 dicembre 2025 – È alta la tensione sulle modalità con cui alcune scuole italiane hanno organizzato webinar con la partecipazione di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Dopo le segnalazioni di alcuni incontri tenuti nelle scuole superiori di Bologna, Reggio Emilia, Pisa e Massa, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha disposto verifiche ispettive per accertare il rispetto delle procedure e dei principi costituzionali nell’ambito delle attività formative.
Le ispezioni richieste da Valditara
Il ministero ha avviato controlli approfonditi in particolare presso l’Istituto Enrico Mattei di San Lazzaro di Savena (Bologna) e l’Istituto Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), dove si sono svolti webinar con Francesca Albanese. L’attenzione è rivolta soprattutto alla mancata comunicazione preventiva agli organi scolastici e alle famiglie, come denunciato dalle direzioni degli istituti e dai genitori. Il preside Roberto Fiorini del Mattei ha richiesto una relazione didattica formale sull’accaduto, sottolineando che né lui né il Consiglio di istituto erano stati informati dell’iniziativa. Situazioni analoghe sono state segnalate anche in altre scuole, alimentando un acceso dibattito sull’opportunità e sulle modalità di tali eventi.
Il ministro Valditara ha precisato che le ispezioni mirano a verificare «se siano state effettivamente espresse posizioni di natura politica o ideologica incompatibili con una corretta funzione educativa» e se siano state rispettate «le procedure organizzative che regolano la partecipazione di soggetti esterni nelle attività formative». Il timore è che, senza un adeguato coinvolgimento di dirigenti e famiglie, si possa configurare una forma di indottrinamento, incompatibile con la missione della scuola costituzionale.
«La scuola – ha ribadito Valditara – è un’istituzione democratica che deve garantire il pluralismo delle idee, respingere ogni forma di propaganda e indottrinamento, e favorire il dialogo costruttivo. Gli incontri con personalità esterne costituiscono un’occasione di crescita solo se improntati ai valori del dibattito democratico e della libertà di espressione, e se puntano a un reale approfondimento della complessità dei fatti, rifuggendo da facili semplificazioni e contrapposizioni ideologiche».
La figura di Francesca Albanese e il dibattito pubblico
Francesca Albanese, nominata relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati nel 2022, è da tempo al centro di forti controversie per le sue posizioni critiche nei confronti delle politiche israeliane, in particolare riguardo al conflitto israelo-palestinese. Nel corso del 2023 e 2024 ha pubblicato rapporti e dichiarazioni nelle quali ha denunciato le violazioni dei diritti umani e ha definito la situazione nei territori occupati come un regime di apartheid. Queste posizioni le hanno attirato accuse di antisemitismo da parte di alcuni governi e media, accuse che Albanese ha sempre respinto, sottolineando che le sue critiche riguardano esclusivamente l’occupazione militare e la violazione dei diritti umani.
Le iniziative nelle scuole italiane con la sua partecipazione hanno provocato reazioni contrastanti. Da un lato, alcune amministrazioni e gruppi politici di sinistra hanno sostenuto l’importanza di promuovere il pluralismo e la conoscenza dei rapporti Onu, arrivando a organizzare eventi pubblici con la sua presenza, come a Firenze, dove è stata discussa una risoluzione per ospitare una conferenza sul suo lavoro. Dall’altro lato, esponenti del centrodestra e della Lega hanno denunciato la mancanza di trasparenza e il rischio di indottrinamento, evidenziando l’assenza di contraddittorio e il mancato coinvolgimento delle famiglie.
Le ispezioni proseguiranno
Il dibattito politico si è infiammato anche nelle aule parlamentari, con interrogazioni presentate da Fratelli d’Italia e altri gruppi, che hanno chiesto un intervento rigoroso per tutelare il ruolo educativo della scuola e impedire forme di propaganda politica mascherate da attività didattiche.
Le ispezioni ministeriali, coordinate dagli Uffici scolastici regionali, proseguiranno nelle prossime settimane per chiarire i fatti e verificare la conformità degli eventi ai principi della scuola costituzionale, in un contesto che resta particolarmente delicato e simbolico nel confronto tra libertà di insegnamento, pluralismo delle opinioni e ruolo delle famiglie nella formazione dei giovani.
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