Milano, 17 luglio 2025 – Nuovi sviluppi emergono dall’inchiesta della Procura di Milano sull’urbanistica cittadina, che coinvolge figure di spicco dell’amministrazione comunale e del settore immobiliare. Al centro delle indagini vi è l’ex presidente della Commissione Paesaggio, l’architetto Giuseppe Marinoni, accusato di aver agito sotto pressioni e influenze che avrebbero alterato le procedure pubbliche, favorendo interessi privati in un complesso sistema di corruzione e pianificazione occultata.
Il patrocinio come strumento per aggirare le regole
Secondo le carte dell’inchiesta, il patrocinio concesso allo studio di Marinoni, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e del sindaco Giuseppe Sala, sarebbe stato utilizzato come uno strumento artificioso per superare le normative vigenti. Il progetto riguardava un piano urbanistico sulle “Porte Metropolitane”, finalizzato allo sviluppo di agglomerati edilizi attorno a nove nodi periferici tra Milano e i comuni limitrofi.
I pm sostengono che tale patrocinio fosse funzionale a un piano d’affari occulto, volto a favorire la realizzazione di vaste operazioni immobiliari attraverso accordi di partenariato pubblico-privato (PPP), in cui Marinoni avrebbe ricevuto parcelle consistenti. Lo studio avrebbe così agito “a uso e consumo proprio e della rete di finanziatori privati”, coinvolgendo soggetti di rilievo nel mercato immobiliare, come il gruppo Coima, rappresentato dall’imprenditore Manfredi Catella.
Nel dettaglio, gli atti evidenziano come Marinoni, già nel gennaio 2023, abbia ottenuto il patrocinio comunale per il progetto, non dichiarando però i conflitti di interesse, in violazione della legge. La Procura parla di un vero e proprio “pgt ombra” (piano di governo del territorio parallelo e non ufficiale), che avrebbe garantito “alte parcelle” e alimentato un sistema di corruzione sistemica all’interno della Commissione Paesaggio.
Pressioni e cedevolezza: la figura di Marinoni nel sistema corruttivo
I pm descrivono Marinoni come un “spregiudicato faccendiere”, mancante di indipendenza e facilmente influenzabile, che avrebbe ceduto alle pressioni esercitate dal sindaco Sala, dall’assessore Tancredi, dal direttore generale Malangone, e da influenti operatori privati quali Boeri e Catella.
Una delle vicende più emblematiche riguarda il progetto “Torre Botanica”, che avrebbe dovuto sostituire il complesso del Pirellino, un intervento fortemente contestato per il suo impatto ambientale e urbanistico. Nonostante i pareri contrari espressi dalla Commissione nel 2023, Marinoni e un altro membro della Commissione, Giacomo De Amicis, avrebbero ceduto alle pressioni per garantire un parere favorevole, favorendo così gli interessi privati a discapito dell’interesse pubblico.
Le chat acquisite dagli inquirenti rivelano inoltre un intervento diretto del famoso architetto Stefano Boeri verso il sindaco Sala, con toni di comando, per ottenere il via libera al progetto. Secondo i pm, la neutralità della Commissione è stata compromessa da un sistema volto a “inquinare” la valutazione pubblica, con conseguente “degenerazione della gestione urbanistica” del Comune.
Un sistema di corruzione diffuso e il coinvolgimento di altri indagati
L’inchiesta, coordinata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coinvolge un ampio numero di indagati, tra cui il manager Federico Pella della società di ingegneria J+S, ritenuto una figura chiave nel sistema di corruzione. Pella avrebbe corrotto Marinoni tramite contratti di collaborazione in cambio di approvazioni per progetti immobiliari.
Emergono anche rapporti con Alessandro Scandurra, altro componente della Commissione Paesaggio, indagato per aver ricevuto incarichi per un valore di 140.000 euro da Catella. Tra gli indagati figura anche Andrea Bezziccheri, imprenditore immobiliare coinvolto in precedenti accertamenti per corruzione e recentemente soggetto a perquisizioni con sequestri di denaro contante.
Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano parla di un “vorticoso circuito di corruzioni tuttora in corso”, che ha disgregato ogni controllo pubblico sull’uso del territorio, trasformando la città in una “merce da saccheggiare”. Il capo della procura Marcello Viola definisce il fenomeno come un’“incontrollata espansione edilizia” di dimensioni molto rilevanti.
La complessità dell’inchiesta si riflette nelle accuse, che spaziano dalla corruzione all’induzione indebita e al falso in relazione a nomine e pareri tecnici, con un’influenza diretta sull’iter di importanti progetti urbanistici cittadini, tra cui anche il dibattuto rifacimento dello stadio di San Siro.
I protagonisti coinvolti avranno l’occasione di spiegare la propria versione il prossimo 23 luglio davanti al giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini, che dovrà decidere sulle richieste di arresto formulate dalla Procura. La vicenda resta quindi aperta a sviluppi nel quadro di una inchiesta che mette a nudo un sistema di potere e interessi che ha condizionato la pianificazione urbana milanese negli ultimi anni.






