Roma, 28 agosto 2025 – Le parlamentari del Partito Democratico hanno annunciato oggi una iniziativa legale collettiva contro un sito sessista che ha coinvolto numerose donne politiche di vari schieramenti. L’iniziativa nasce dalla necessità di contrastare la diffusione di contenuti sessisti e anonimi che ledono la dignità e l’immagine di molte donne, spesso ignare di essere state oggetto di tali attacchi.
La denuncia collettiva delle donne dem
L’idea della denuncia collettiva è stata proposta da Lia Quartapelle, deputata e vicepresidente della Commissione Affari esteri e comunitari, che ha sottolineato l’importanza di reagire con forza a questo tipo di soprusi: “Bisogna reagire a questo tipo di sopruso anche per tutte quelle donne che sono state messe su questi siti in forma anonima e sono tuttora ignare”. Ogni deputata presenterà la propria denuncia individuale, ma per dare un segnale di unità e forza, si promuoverà un ricorso collettivo aperto a tutte le donne politiche coinvolte, indipendentemente dallo schieramento politico.
La proposta ha già ricevuto ampi consensi, anche da parte di esponenti maschili della politica, che hanno manifestato solidarietà e impegno per contrastare questi fenomeni.
Reazioni e solidarietà nel Partito Democratico (PD)
La solidarietà alle deputate vittime di sessismo è stata espressa da numerosi esponenti del PD. In una nota, Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del partito e responsabile per associazionismo e terzo settore, ha definito “agghiacciante e al tempo stesso allarmante” l’uso dei social e delle piattaforme digitali per diffondere commenti sessisti e retrogradi. Ha inoltre condannato l’anonimato che spesso copre questi atti, che oggettivano donne ignare.
Anche Peppe Provenzano ha sottolineato la necessità di una presa di coscienza da parte degli uomini per affrontare la questione maschile, troppo spesso ignorata nel dibattito pubblico. L’intervento di Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del PD, ha posto l’accento sulla prevenzione della violenza attraverso l’educazione all’affettività, all’uguaglianza e alla cittadinanza digitale.
Infine, solidarietà è giunta anche da altri politici come Sandro Ruotolo e Pierfrancesco Majorino, che hanno ribadito l’importanza di individuare i responsabili di questi comportamenti e di mantenerne alta l’attenzione sociale e civile, grazie soprattutto alla voce delle donne che hanno denunciato pubblicamente gli abusi subiti.
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