Il Partito Democratico, attraverso Nardella, ha espresso le proprie critiche nei confronti della leadership di Ursula von der Leyen in UE
L’eurodeputato del Partito Democratico Dario Nardella ha espresso critiche significative verso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in un’intervista al Corriere della Sera, evidenziando tensioni all’interno della maggioranza europeista in vista del voto sul bilancio comunitario e sulla nuova Commissione. Le sue dichiarazioni riflettono un clima politico complesso, caratterizzato da divisioni tra i gruppi parlamentari e da discussioni sul futuro assetto della maggioranza europea.
Critiche di Nardella alla leadership di von der Leyen e al PPE
Nardella ha sottolineato che la Commissione von der Leyen “ha un collegio di commissari deboli e ne approfitta per accentrare le decisioni e indebolire la dialettica con il Parlamento”. In particolare, ha puntato il dito contro il Partito Popolare Europeo (PPE), accusandolo di “giocare ai due forni votando con noi o con le destre a seconda delle convenienze”, un comportamento che “tradisce il mandato con i cittadini europei”. Pur non escludendo la possibilità di far mancare il voto su singoli provvedimenti chiave per promuovere le posizioni del PD su temi sociali, ambientali, economici ed esteri, Nardella ha escluso un’uscita dalla maggioranza, ritenendola un errore che spingerebbe il PPE verso un’alleanza con le destre antieuropee. Il dialogo con PPE e liberali resta quindi fondamentale per mantenere un solido asse europeista nel Parlamento.
Posizioni su difesa comune e alleanze politiche in Italia
Sul tema della difesa europea, Nardella ha definito il progetto ReArm Europe “partito male e proseguito peggio”, opponendosi a piani di riarmo nazionali finanziati con risorse destinate ad agricoltura e coesione territoriale. Tuttavia, ha mostrato apertura verso un progetto di difesa comune europeo, finanziato con debito comune come Next Generation EU, con l’obiettivo di costruire una deterrenza europea per la pace. Ha inoltre ribadito che il PD deve mantenere il proprio radicamento nel ceto produttivo, nel mondo cattolico e nelle aree rurali, sottolineando che un partito “spin-off” nato dal PD non avrebbe successo. Infine, ha rilevato la necessità di coinvolgere tutte le forze politiche disponibili, citando come esempio la destra che ha saputo fare alleanze.
Le parole di Nardella si inseriscono in un contesto europeo segnato dalla frammentazione politica: il voto sulla Commissione von der Leyen II, previsto nei mesi scorsi, ha visto defezioni rilevanti soprattutto tra i socialisti e i Verdi, mentre il sostegno del PPE appare condizionato a un difficile equilibrio tra alleanze tradizionali e nuove intese, con la destra di Fratelli d’Italia che gioca un ruolo cruciale nel gruppo Conservatori e Riformisti (ECR).
In Italia, il quadro post-elettorale europeo vede Fratelli d’Italia come primo partito con il 28,8%, seguito dal Pd al 24%, mentre il Movimento 5 Stelle registra un calo. La posizione di Nardella riflette dunque anche le dinamiche interne italiane, dove il Pd cerca di consolidare la propria presenza senza frammentazioni e mantenendo un profilo europeista.






