Bruxelles, 4 novembre 2025 – In occasione del Consiglio Ambiente dell’Unione Europea, il ministro italiano dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha fatto il punto sull’attuale situazione riguardante gli obiettivi climatici al 2040, sottolineando la necessità di un maggiore equilibrio e di un impegno condiviso tra i Paesi membri.
Target climatici 2040, Fratin: “Equilibrio ancora lontano”
“Pur riconoscendo che sono stati compiuti passi in avanti significativi, dobbiamo constatare che, al momento, non siamo ancora arrivati al punto di equilibrio necessario”, ha dichiarato Pichetto Fratin intervenendo a Bruxelles. Il ministro ha espresso la disponibilità dell’Italia a lavorare con spirito costruttivo per trovare una soluzione condivisa che favorisca il raggiungimento degli obiettivi europei sul clima.
Un punto critico evidenziato è la proposta attuale riguardante i crediti internazionali di CO2, la cui quota al 3% è giudicata “largamente insufficiente”. L’Italia, guidata dal ministro, chiede che questa percentuale venga innalzata almeno al 5% e che venga anticipato al 2031 il meccanismo di acquisto a livello Ue. Fondamentale anche il riferimento ai biofuel sostenibili nel settore dei trasporti.
Il rischio idrogeologico e la memoria dell’alluvione di Firenze
Il ministro Pichetto Fratin ha inoltre partecipato alla Conferenza internazionale sulla riduzione del rischio idrico, in corso a Firenze nel 59° anniversario dell’alluvione del 1966, evento che rappresenta una ferita ancora aperta per la città e per l’intero Paese. Nel suo videomessaggio, il ministro ha ricordato il valore simbolico degli “Angeli del fango”, i giovani volontari che si impegnarono con dedizione nella ricostruzione dopo la tragedia.
“L’Italia è tanto bella quanto fragile, e quindi va curata”, ha affermato Pichetto, sottolineando la responsabilità di tutti, in particolare degli amministratori, nel prevenire il ripetersi di eventi simili. Sul fronte operativo, il ministero ha avviato un tavolo tecnico con le Regioni per ottimizzare lo scambio di dati sul dissesto idrogeologico e snellire le procedure di spesa per gli interventi di messa in sicurezza.
In proposito, sono stati stanziati 350 milioni di euro per il 2025 da destinare alle Regioni per interventi prioritari, che si aggiungono ai fondi già assegnati ai presidenti regionali, chiamati a svolgere il ruolo di commissari. Il ministro ha evidenziato la necessità di superare “logiche settoriali o di breve periodo” per garantire una programmazione efficace e una rapida attuazione degli interventi, ritenuti una priorità nazionale per la sicurezza e la competitività del Paese.
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