Roma, 20 agosto 2025 – In un momento cruciale per la sicurezza europea e il conflitto in Ucraina, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso a La Repubblica un giudizio chiaro e netto sul meccanismo più efficace per garantire la protezione del Paese esterno interessato, in questo caso l’Ucraina. Secondo Crosetto, l’articolo 5 della Nato rappresenta una soluzione più solida e deterrente rispetto all’invio di truppe “volenterose”.
L’articolo 5 della Nato come chiave di protezione per l’Ucraina
Il ministro ha sottolineato come la proposta della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che prevede una forma di protezione estesa all’Ucraina attraverso l’articolo 5, sia una delle possibili soluzioni da adottare. Questo meccanismo, tipico dell’alleanza atlantica, consiste nella difesa collettiva in caso di attacco a uno dei Paesi membri, e potrebbe essere applicato per assicurare a Kiev una tutela effettiva contro ulteriori aggressioni russe. Crosetto ha spiegato che tale opzione “non è incompatibile con quella dei Volenterosi” – il gruppo di Paesi disposti a inviare truppe sul terreno – ma garantirebbe una deterrenza superiore e un messaggio chiaro ai russi: evitare l’invio di truppe straniere, in particolare europee, ai confini dell’Ucraina.
Posizioni divergenti e ruolo dell’Italia nel confronto internazionale
Nonostante il sostegno italiano all’articolo 5, Francia e Regno Unito continuano a puntare sull’invio di contingenti militari volontari sul campo, ritenendo insufficiente la sola tutela formale dell’alleanza. Crosetto ha però ribadito la ferma posizione italiana, che al momento non prevede la partecipazione a missioni di truppe europee in Ucraina, se non nell’ambito di una missione delle Nazioni Unite, condizione ritenuta imprescindibile dal governo guidato da Meloni.
Oggi è previsto un incontro tra gli Stati maggiori dei Paesi volenterosi a Washington, al quale l’Italia parteciperà con il generale Portolano, pur mantenendo la propria linea intransigente a favore dell’articolo 5. Il ministro ha inoltre evidenziato come la partecipazione italiana al tavolo di Washington rappresenti un riconoscimento più per la premier Meloni che per il Paese nel suo complesso.
La discussione interna alla coalizione di governo continua a essere serrata, come dimostrato dal recente vertice a Palazzo Chigi tra Meloni, Salvini, Tajani e Crosetto, durante il quale la premier ha chiesto di abbassare i toni sulle questioni esterne, sottolineando l’importanza dell’unità su temi cruciali quali Europa, Stati Uniti e Ucraina.






