Roma, 30 dicembre 2025 – Il senatore della Lega, Claudio Borghi, ha annunciato con fermezza di non votare il decreto Ucraina 2025, pur dichiarandosi “molto soddisfatto” del testo approvato ieri in Consiglio dei Ministri. Borghi, che ha condotto la trattativa per conto di Matteo Salvini con gli alleati, ha ribadito la sua posizione in un’intervista a Repubblica, richiamandosi a una promessa pubblica fatta un anno fa in Senato.
Claudio Borghi: soddisfazione per il testo ma voto contrario
Il decreto, che proroga per un anno gli aiuti militari e civili all’Ucraina, ha subito una profonda rimodulazione rispetto alle precedenti edizioni. Claudio Borghi ha sottolineato come il punto di partenza fosse un testo “fotocopia” dei decreti passati, ma grazie alla trattativa è stato possibile inserire la priorità degli aiuti civili, sanitari e di difesa. “Scrivere che la priorità sono gli aiuti civili, sanitari, di difesa è il modo migliore per dare l’idea di un cambio di rotta”, ha dichiarato il senatore leghista.
Nonostante ciò, Borghi ha confermato che non voterà il decreto, rispettando la promessa fatta un anno fa: “Non posso venire meno al mio voto”. Il senatore ha inoltre affermato che il Copasir, di cui è membro, vigilerà sull’attuazione degli aiuti, anche per evitare fenomeni di corruzione a Kiev.

Il dibattito sul titolo e il dialogo con Mosca
Sul punto controverso del titolo, che contiene la parola “militari“, Borghi ha precisato che non è mai stato discusso durante la trattativa e che per la Lega l’importante era la priorità agli aiuti civili nel testo. “Probabilmente è stato inserito da qualcuno timoroso di un cambiamento troppo favorevole alle richieste della Lega”, ha detto, definendo la scelta “una mancanza di stile”.
Infine, il senatore ha toccato il tema del dialogo con la Russia, auspicando una maggiore apertura: “Sarebbe paradossale che mentre Trump conversa con Putin per ore, qui da noi non si possa parlare ai russi in vacanza”. Interpellato sulla possibilità che il governo italiano chiami direttamente Putin, Claudio Borghi ha risposto che “quando si fa la pace si tende la mano”.
Il decreto, frutto di un’intesa raggiunta dopo contatti diretti tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, prevede un’estensione degli aiuti militari e civili, con novità in ambito sanitario, logistico e infrastrutturale. Tra le novità anche una proposta per un’assicurazione pubblica a tutela dei giornalisti italiani che operano nelle zone di conflitto ucraino.






