Roma, 8 novembre 2025 – Tutti contro, ma ciascuno per conto proprio: la manovra di Meloni non trova consensi, seppure con diverse sfumature, eppure i sindacati, autonomi e c,onfederali si mobilitano separatamente. Nell’arco di un mese sono previsti due scioperi generali e tre manifestazioni. Il 28 novembre si fermeranno Usb, Cobas, Fisi e Cub, che manifesteranno il giorno dopo, sabato 29, puntando a replicare “il larghissimo consenso” ottenuto nelle piazze per Gaza e la Flotilla. “Facciamo come il 3 ottobre, scioperiamo insieme“, avevano proposto a Maurizio Landini, ma il segretario della Cgil ha scelto un percorso autonomo. Lasciato solo dalla Uil e, da tempo, anche dalla Cisl, il sindacato rosso torna a proclamare da solo uno sciopero generale contro la legge di bilancio.
Cgil da sola come nel 2011
Non accadeva dal 6 settembre 2011, dopo l’estate segnata dalle quattro manovre del governo Berlusconi-Tremonti e dallo spread alle stelle. Allora il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, sostenne che scioperare “ci fa somigliare alla Grecia“, mentre il leader Uil, Luigi Angeletti, definì la protesta di Susanna Camusso “inutile e costosa“.
Da quel momento la Cgil ha sempre scioperato insieme alla Uil: contro il Jobs Act nel 2015, contro la manovra del governo Draghi nel 2021 e contro le tre manovre di Meloni nel 2022, 2023 e 2024. Ora un nuovo sciopero, ancora di venerdì, ma in solitaria. Lo spread resta basso, ma anche i salari. “Si è poveri lavorando“, ribadisce il sindacato.

La questione salariale
La questione dei salari, rimasta troppo a lungo in ombra, pesa sulle famiglie, sui governi e sugli stessi sindacati, che nei tavoli con le imprese faticano a ottenere risultati migliori. Cisl e Uil, preoccupate, scelgono strade diverse.
La Cisl, tradizionalmente dialogante con i governi, mantiene un rapporto di collaborazione con l’esecutivo Meloni, che ha nominato l’ex segretario Luigi Sbarra sottosegretario a Palazzo Chigi. La nuova leader, Daniela Fumarola, ha annunciato una manifestazione nazionale a Roma per il 13 dicembre, il giorno dopo lo sciopero Cgil, per presentare il suo “Patto per la responsabilità”.
La Uil di Pierpaolo Bombardieri deciderà lunedì la propria linea dopo l’esecutivo, ma esclude uno sciopero: solo una manifestazione, che sancisce la distanza da Landini, anche su spinta di categorie interne desiderose di marcare la differenza dal sindacato rosso. Un tempismo non ideale, considerando che la “manovrina” di Meloni viene giudicata la peggiore delle quattro per i lavoratori.






