Roma, 27 settembre 2025 – Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio nel governo Meloni, ha confermato la posizione di Forza Italia e del Partito Popolare Europeo (PPE) riguardo alla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare a Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra. La vicenda, che continua a suscitare tensioni politiche e diplomatiche, ha avuto una nuova svolta nel dibattito interno al centrodestra e nel confronto con il governo ungherese.
Tajani conferma il voto per la revoca dell’immunità a Ilaria Salis
Dal palco della festa di Forza Italia a Telese Terme, Tajani ha sottolineato: “Siamo garantisti, ma i reati contestati a Ilaria Salis risalgono a fatti antecedenti al suo insediamento come parlamentare europeo. Pertanto, voteremo per la revoca dell’immunità“. Il ministro ha inoltre difeso la scelta del PPE, nonostante le pressioni e le critiche arrivate anche da alleati di governo come la Lega e gruppi estremisti come CasaPound. “Non ci facciamo intimidire né dagli insulti né dalle minacce“, ha aggiunto Tajani, ribadendo il ruolo centrale del PPE per la stabilità europea.
Dopo un iniziale sostegno alla salvaguardia dell’immunità, il dietrofront di Tajani rappresenta un segnale politico chiaro in vista della votazione plenaria prevista per i primi di ottobre, quando il Parlamento europeo deciderà definitivamente. La Commissione Affari giuridici aveva già espresso parere favorevole alla revoca con un voto di stretta maggioranza (13 a 12).
Il caso Ilaria Salis e le tensioni diplomatiche con l’Ungheria
Ilaria Salis è stata arrestata a Budapest nel febbraio 2023 con l’accusa di aver partecipato a scontri violenti contro militanti di estrema destra. Detenuta per oltre un anno in condizioni duramente criticate da organizzazioni internazionali, ha ottenuto gli arresti domiciliari nel maggio 2024 e successivamente la liberazione grazie al suo status di europarlamentare. Il governo ungherese, guidato da Fidesz e Viktor Orbán, ha richiesto la revoca dell’immunità sostenendo che Salis sia una “pericolosa criminale“, definendo i fatti come “terrorismo di estrema sinistra“.
Il ministro Tajani ha ringraziato l’ambasciata italiana a Budapest per il supporto nella concessione dei domiciliari a Salis, anche se il padre dell’eurodeputata, Roberto Salis, ha contestato pubblicamente l’entità di questo aiuto, precisando che le strategie legali sono state decise principalmente dalla famiglia. Tajani ha dichiarato di voler evitare polemiche politiche, ma ha confermato l’impegno del governo affinché Salis possa tornare in Italia in sicurezza.
Il profilo politico di Tajani e le implicazioni interne
Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento europeo e vicepresidente del PPE, guida Forza Italia dal luglio 2023, ruolo in cui sta cercando di bilanciare le pressioni interne della coalizione di centrodestra. La sua posizione sul caso Salis appare come un tentativo di mantenere l’unità del partito e di rafforzare il legame con il PPE, nonostante le critiche arrivate dalla Lega e da esponenti dell’ala più conservatrice.
Nel contesto europeo, la decisione di Tajani e di Forza Italia di sostenere la revoca dell’immunità a un eurodeputato di sinistra rappresenta un’eccezione significativa, ma coerente con la linea di rispettare le regole e di non ostacolare le procedure giudiziarie, soprattutto quando i fatti contestati precedono l’elezione.
Il dibattito sul caso Salis proseguirà nelle prossime settimane, mentre il Parlamento europeo si prepara a votare in plenaria, in un quadro di tensione crescente tra Bruxelles e Budapest su temi di stato di diritto e garanzie democratiche.
Il ruolo dell’immunità parlamentare nel procedimento giudiziario
Nel corso dell’ultima udienza presso la Corte municipale di Budapest, il giudice Jozsef Sos ha annunciato che il processo penale a carico di Ilaria Salis potrebbe essere annullato qualora il Parlamento europeo dovesse confermare il mantenimento dell’immunità parlamentare dell’eurodeputata. La decisione è di natura tecnica, come spiegato dall’avvocato Gyorgy Magyar, legale della difesa di Salis.
Il procedimento riguarda le accuse mosse contro Ilaria Salis e altri attivisti antifascisti in relazione alle manifestazioni del “giorno dell’onore” a Budapest nel febbraio 2023, durante le quali sarebbero stati aggrediti alcuni militanti neonazisti. La richiesta ungherese di revoca dell’immunità parlamentare di Salis è stata respinta dalla Commissione Affari Legali del Parlamento europeo il 23 settembre scorso, con un voto molto stretto (13 contrari e 12 favorevoli). Il voto finale sulla questione è previsto nella prossima plenaria a Strasburgo, nella prima settimana di ottobre 2025.
Il giudice Sos ha sottolineato che, se l’immunità non verrà revocata, “è inutile proseguire il processo”. Tuttavia, ha aggiunto che la Procura potrà sempre riaprire il procedimento qualora le condizioni dovessero cambiare in futuro. L’avvocato Magyar ha spiegato che tale annullamento non rappresenta un’assoluzione definitiva ma una sospensione tecnica legata allo status parlamentare di Salis.






