Roma, 11 giugno 2025 – Il vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha espresso chiaramente la posizione dell’Italia riguardo alla gestione dei migranti irregolari italiani presenti negli Stati Uniti. Intervistato da Rtl, Tajani ha dichiarato che i connazionali in situazione irregolare non dovrebbero essere trasferiti nel carcere di Guantanamo, struttura nota per il suo controverso ruolo nella detenzione di presunti terroristi, ma che l’Italia è pronta a riprenderli nel rispetto dei loro diritti.
Tajani: Guantanamo non è una soluzione per i migranti italiani
Secondo Tajani, le prime informazioni ricevute dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti indicano che Guantanamo sarebbe destinata a detenere clandestini provenienti da paesi che rifiutano i rimpatri. Tuttavia, l’Italia ha già comunicato all’amministrazione americana la propria disponibilità a riprendersi i migranti irregolari, assicurando il rispetto dei diritti individuali dei connazionali coinvolti. “Le prime informazioni ci dicono che Guantanamo verrebbe utilizzata per i clandestini di Stati che non accettano i rimpatri”, ha affermato Tajani.
Contesto internazionale e tensioni a Los Angeles
La questione si inserisce in un clima di forte tensione negli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump ha disposto l’invio di 9.000 migranti, tra cui alcuni italiani, alla struttura di Guantanamo per liberare posti nei centri di detenzione e scoraggiare l’immigrazione illegale. La decisione ha provocato proteste a Los Angeles e in altre città americane, con l’imposizione di coprifuoco e l’intervento delle forze armate per contenere vandalismi e saccheggi.
La sindaca di Los Angeles, Karen Bass, ha sottolineato la necessità di isolare le frange violente delle proteste, mentre il governatore della California, Gavin Newsom, ha criticato duramente le azioni federali, definendole “spericolate” e “irrispettose” verso la popolazione e le forze dell’ordine locali.
In questo contesto, il governo italiano mantiene una posizione ferma nel voler gestire direttamente il rimpatrio dei propri cittadini irregolari, evitando che vengano coinvolti in strutture come Guantanamo, note per le ripetute violazioni dei diritti umani denunciate a livello internazionale.